Oprah Winfrey legge il mio Blog. E io,
forse, sto per cambiare vita. Per sempre. Fiuto aria di contrattone.
Come minimo divento il suo PR. E tutto questo grazie alla lettura che
ho dato dell'impari scontro avvenuto al “Trois pommes” di Zurigo
fra la regina del talk americano e una commessa italiana o di origini
italiane che, vedi come va la vita, se l'è trovata di fronte nella
boutique paradisiaca sulla Bahnofstrasse e quel giorno non se lo
dimenticherà mai più. Impresso come un tatuaggio.
Vado veloce: Oprah è montata su tutte
le furie perché al “Trois pommes” la ragazza non ha voluto
mostrarle una borsetta di cocodrillo dicendole che era “troppo
cara”. Oprah se l'è presa e lo ha detto a nonno Larry King che lo
ha detto al mondo intero. Razzismo, discriminazione. Mi ero permesso
di suggerire una lettura diversa, un po' ironica del fatto (vedi post
“Io come Oprah. Ma senza Larry King”). E Oprah cosa mi fa? Twitta
la versione che le ho suggerito. Lo fa il 9 agosto, in concomitanza
con la pubblicazione del mio post.
Non sto più nella pelle (la mia, non
quella del cocodrillo sotto vetro al “Trois pommes”). Sono forse
e per davvero di fronte a una svolta epocale della mia esistenza. Se
succede, giuro che me la tirerò di brutto. Se, invece, non succede,
vedrò di chiarire come siamo messi a diritti intellettuali circa la
mia lettura dell'incidente in boutique e il Twitt di Oprah.
Affronterò la signora Winfrey. E le chiederò: signora, mi ha
copiato, plagiato, derubato?
Avrebbe potuto chiedermelo, almeno. Si
usa. Io, questa ipotesi di lettura, gliel'avrei regalata, tranquillo,
senza fare una piega. Perché, vede, signora, diversamente dal
compianto cocodrillo che non ha nemmeno la magra consolazione di
aver(le) venduto (cara) la pelle, questa mia idea è impagabile.
C'è un altro Twitt della Divina.
Questo:
Confesso: sto meglio. Più tranquillo.
Riesco, nuovamente, a concentrarmi. Sapere che Oprah ha apprezzato la
Spa del Grand Dolder Hotel, avere la consapevolezza che l'hanno
trattata bene e poter contare sul suo espresso desiderio di “rifarla”
quella sauna o quella nuotata o quel bagno turco mi ha rimesso in
pace con il mio Paese. Pensare che un giorno, un paio di anni fa, ero
entrato in un albergo di Ascona – un albergo di lusso, chiarisco -
per incontrare qualcuno che lì stava cenando. Vestito come al
solito, tasche laterali e via che vado. Il portiere mi ha bloccato,
dapprima con lo sguardo (hai sbagliato entrata, amico), e poi con le
parole (lei cosa cerca?). Ho risposto, ridendomela dentro, che
cercavo il Dr XY che era lì a cena. Il portiere deve aver capito che
IO ero il Dr XY e che ero lì per cena. A quel punto, sono diventato
qualcuno. Ho cenato (ha pagato il Dr XY) e, uscendo dall'albergo,
sono rimasto davanti alla porta a vetri girevole fino a che il
portiere me l'ha aperta. Su di me non aveva cambiato comunque idea.
Voleva, soltanto, avermi fuori dai piedi. Al più presto.
Il mondo gira così, cara Oprah: se
decidiamo di frequentare i posti dove la gente se la tira oppure,
semplicemente, tira fuori un sacco di soldi, dobbiamo stare al gioco
e aspettarci che un giorno qualcuno ci tiri un brutto scherzo. Magari
senza volerlo, soltanto per abitudine. E tu vai a capire sulla base
di che cosa uno o una conclude che non abbiamo la faccia da soldi.
Finale: mi ha sorpreso constatare
l'assenza totale del fuoco di fila degli animalisti. Nessuno che si
sia alzato a dire: cristo, Oprah, una borsetta in cocodrillo, proprio
quella hai chiesto di vedere? Non si fa. A parte non comprarla, una
borsetta così non si guarda nemmeno.
Ora chiudo. Se mi arriva il contratto,
giuro che lo metto sul Blog.
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