Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

domenica 29 ottobre 2017

Il senso del taccuino. Reloaded.

(c) 2017 weast productions / all rights reserved.

Care lettrici e cari lettori del Senso del taccuino: dopo cinque anni di dispacci affidati alla "Pagina Del Sabato" sulla Regione, ho deciso di raccogliere una nuova sfida. I miei racconti di cose viste e pensate dentro la vita saranno disponibili su una piattaforma indipendente alla quale sto lavorando con la collaborazione di una squadra di giovani professionisti.

Grazie a chi ha letto il Taccuino, a chi lo ha ospitato e ai miei amici Tipografi che lo hanno impaginato, sempre con grande cura e rispetto delle parole e delle immagini.

La nuova testata sarà lanciata sul web nel mese di gennaio 2018 e vi proporrà la continuazione di un modo (uno stile) personale e controcorrente di raccontare e di mostrare il mondo, quindi anche di farne esperienza. Un racconto che sarà accessibile da dove e quando vorrete. Non vi troverete soltanto Il senso del taccuino, ci sarà molto altro ancora. Ci sarà: innovazione. Notizie, riflessioni, scritti, immagini. 

Vi terrò aggiornate e aggiornati nel corso dei due mesi che ci separano dal grande (per me) giorno e, nel frattempo, continuerò a scrivere sul Blog. Scriverò anche il Taccuino, a partire da sabato 4 novembre, disponibile su Faccia da reporter dalle 07.00 di quel sabato mattina. 

Se deciderete di seguirmi, sarà un'avventura. E che avventura: da affrontare insieme, come abbiamo fatto sino a oggi.  


(La fotografia è del mio amico Ghareeb Omar, scattata in Iraq). 

mercoledì 25 ottobre 2017

Parole sull'acqua.

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Ho dietro di me
migliaia di puntini.
Li leggeranno i ciechi
sulla sabbia.
All'incontrario.

Soltanto loro sapranno.
Sapranno tutto.

Ho dietro di me
migliaia di colpi di tacco.
Altissimo e
sottile.

Notti senza sonno,
consumate 
senza paura
di fronte al mare,
come andrebbe consumata
la prima notte:
a ridere e,
e a fumare sigarette.

A camminare 
fantasticare
a scrivere.

Non saprei vivere
senza di me. 

Vuoi mettere, amore,
la rivoluzione?

(Continua la serie di poesie inviatemi da Gaza. Autrice è una giovane donna che desidera restare anonima, che evidentemente non si rivolge a me in ciò che scrive, ma si rivolge a me per essere pubblicata. Il Blog la pubblica. La traduzione è di Faccia da reporter, al quale manca il tempo per la costanza e traghettamenti più accurati).

lunedì 23 ottobre 2017

La crema per le acciughe.

(c) 2017 weast productions / tutti i diritti riservati

C'è la crema per le rughe. La crema per le acciughe. C'è la crema da mettere su uno che ti chiede di spalmargliela. Propongo questa, nella fotografia: vedi l'effetto che fa. Sulla schiena è carta abrasiva. Sul resto, lascia stare. Anche soltanto in senso metaforico. Questione di ingegnarsi. Ci vuole tanto? Ancora: diffidare degli uomini che stanno troppo dalla parte delle donne quando le donne si incazzano. È tutta invidia. Vorrebbero incazzarsi loro, nella versione originale. Diffidare delle donne quando si incazzano troppo. Anche. 

sabato 14 ottobre 2017

Dicono.

(c) 2017 weast productions / all rights reserved per testo e fotografia.

Dicono che quando le nuvole
si fanno sotto da ponente
tolgono l'aria al mare e ciascuno resta solo:
che ci scappa il morto,
in città.

Dicono tante cose.

Di me dicono che sono pazza.
Mi avrebbe preso la follia.
Come un'influenza. Peggio ancora.
Povera ragazza.

Dicono che un giorno dovrò smettere
di pensarti.


(Continua la serie di poesie inviatemi da Gaza. Autrice è una giovane donna che desidera restare anonima, che evidentemente non si rivolge a me in ciò che scrive, ma si rivolge a me per essere pubblicata. Il Blog la pubblica. La traduzione è di Faccia da reporter, per quel poco che può).

mercoledì 11 ottobre 2017

Se c'è luce, da te.

(c) 2017 weast productions / vietata la riproduzione. 

Non per dire.
Consola,
tuttavia,
immaginare che
se c'è luce, da te,
qualcosa starai facendo,
a qualcosa starai pensando.
Sarei una pazza
se concludessi
che pensi a qualcuno:
a me.

(Poesia inviatami da Gaza e tradotta dall'inglese. Autrice è una giovane donna che desidera restare anonima, ma in qualche modo pubblicata. Ne seguiranno altre. La fotografia non si riferisce a Gaza. La traduzione è di Faccia da reporter).

lunedì 9 ottobre 2017

Grazie.

(c) 2017 SpazioReale / All rights reserved / Vietata la riproduzione.

Desidero ringraziare chi ha visitato World Press Photo 17 a SpazioReale: l'esposizione si è chiusa ieri. Moltissime persone. Chi ci è andato da solo o da sola, le famiglie che ci hanno portato i figli, spiegando loro (e non è facile) le immagini del mondo. Grazie anche ai docenti delle scuole, che hanno portato a Spazio i loro studenti. Chi cambierà il mondo, se non lo loro? Grazie a chi ha lavorato all'allestimento, con impegno e passione. Il mondo non si racconta mai abbastanza. E via che vado. 

venerdì 6 ottobre 2017

Il senso del taccuino.

Fatima Bhutto.
(c) 2017 weast productions / all rights reserved / vietata la riproduzione.

Domani nel Senso del taccuino sulla Regione: "La vita dentro agli occhi".

L'intervista a una giovane donna straordinaria incontrata a Milano. E il racconto della sua vita. Qui di seguito il consueto estratto:

Dentro ai nostri occhi rimane il deposito fisico di ciò che abbiamo visto nella vita. È visibile allo sguardo esterno. Non tutto quello che abbiamo visto, ma alcune cose. Quelle sì. Nulla a che fare con l'ipotesi che gli occhi siano (possano essere) lo specchio dell'anima. A che fare, piuttosto, con il sospetto che la realtà produca un'impressione, che potremmo definire fotografica (in realtà è: biografica) e quindi ritrovabile. Quando parliamo a qualcuno, lo facciamo anche con gli occhi. Affidiamo loro ciò che non riusciamo a dire con le parole, ciò che è inutile dire a parole, oppure ciò che non desideriamo siano le parole a comunicare.