Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

martedì 29 novembre 2011

La primavera dello sguardo.

Guardate questa fotografia. Dietro, in secondo piano, c'è un cameraman giapponese (non si vede, ma credetemi: è giapponese), con la sua enorme telecamera + cavalletto e tutto il resto. Dimenticatelo pure. Sta facendo il suo lavoro, ma non ci interessa. E' li' per dare senso, nel contrasto, al resto. E ora guardate chi sta in primo piano: tre ragazzini (dimentichiamo il ragazzo più grande sulla destra). Due hanno il telefonino, l'altro (sinistra) una piccola telecamera messa peggio della mia caffettiera messa malissimo. La primavera araba è tutta qui. La rivoluzione araba è in questa immagine, con i suoi elementi: sguardo, testimonianza, denuncia, soggetto (nel senso di individuo attore della propria vita, esistenza). E' una delle mie foto recenti preferite. Il ragazzino sulla destra, quello in centro: occhi serissimi e attenti, come a dire vi stiamo osservando, registrando. E le nostre immagini saranno proliferate sulla rete, nelle case di tutti, e se va bene anche in TV. Testimoni, tutti quanti. In prima linea. Appiccicati alla realtà. Testimoni di realtà. La primavera araba ci insegna che la realtà vissuta da protagonisti con gli occhi aperti si trasforma, da parete in cemento armato, in realtà interpretata (e quindi: non più subita) e soprattutto raccontabile. Quando racconti una storia con le immagini, puoi cambiare la realtà.


(c) 2011 weast

Io voto.

Il voto in Egitto, 28.11. Qualche scatto. Complessità. Foto a fine serie: caffè e sigarette dopo il dolce da Groppi. Titolo: Ex voto.

(c) 2011 weast


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domenica 27 novembre 2011

60 minuti.


Reto Ceschi

Domani sera non prendete impegni. Su RSI 2 alle 21 precise
Reto Ceschi conduce 60 minuti. Questa volta il suo magazine è dedicato all'Egitto. Per imparare la disobbedienza dalla rivoluzione araba.  Ci saranno ospiti interessanti. E ci sarò anch'io, dal terreno. Passaparola. Passaparola ogni lunedì! Ve lo ricordero' su Twitter.
(c) 2011 weast. Piazza Tahrier: la creatività è dissidenza.

Immagini di una giornata (di lavoro)

Soltanto l'indicazione del copyright per queste immagini, scattate il 26.11 al Cairo e nei dintorni. Il resto lasciato ai percorsi del pensiero che decifra i messaggi inviati dalla vita degli altri. Immagini. Libere di respirare. E di vivere.

(c) 2011 weast

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venerdì 25 novembre 2011

I morti per vicini

(c) 2011 weast
Questa donna sola con i suoi bambini. Il marito è morto ed è diventato un vicino di casa: la donna  ritratta nella fotografia si chiama Reda Awad e vive in un cimitero del Cairo, insieme a migliaia di altre famiglie, i piu' poveri fra i poveri. Hanno per vicini i morti. La rivoluzione non ha cambiato la loro vita. Non ancora, mi ha spiegato Reda. Ma per una volta sarà libera di non votare, perché, aggiunge, non conosce nessuno dei candidati e nemmeno i loro programmi. In passato, infatti, il suo voto è sempre stato comperato, per pochi soldi, da candidati a cui non importava nulla di lei e di queste persone: volevano soltanto un seggio in parlamento. Domani sera su RSI 1 al Telegiornale delle 20 verrà trasmesso il soggetto intero, dedicato al lavoro di un giovane che dedica il suo tempo a portare la democrazia a questi egiziani dimenticati da tutti.

(c) 2011 weast

giovedì 24 novembre 2011

La rivoluzione con le Tod's

(c) 2011 weast
La rivoluzione in Egitto è riuscita a compiere un altro miracolo: dopo aver cacciato Hosni Mubarak ha strappato alcune signore del quartiere bene di Zamalek ai loro cappuccini e macchiati caldi serviti negli  eleganti caffè dove ammazzano il tempo. Sono scese in piazza. Che botta di adrenalina. Non erano molte, va bene. Ma portavano, oltre alle Tod's e alle Hogan, qualche manifesto. "Fermate il gas": un appello alla polizia e all'esercito che da giorni utilizzano uno strano gas dalle conseguenze anche letali sulle persone, un gas molto aggressivo. I testi li hanno scritti di proprio pugno, le signore, senza chiedere alle domestiche, che essendo filippine o altro, avrebbero potuto fare qualche errore, non si sa mai. Sulla scena della protesta le signore sono giunte con tanto di autisti. Che se ne stavano guardinghi vicini alle machine: pronti a sgommare al primo sentore di gas.

(c) 2011 weast


mercoledì 23 novembre 2011

La prima linea della protesta.

Il fronte degli scontri, Cairo, 23.11.2011

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