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(c) 2013 facciadareporter |
Stai tranquilla: ho chiuso le imposte.
Dove stavi.
Dove stavi.
Fuori, la pioggia che si svuota, viene da sud.
C'è un vento, dietro, che le sussurra bastardo:
uh-uh-uh-uh.
Lei chiede
di passare la notte - soltanto.
Insiste.
Unghie di povericristi grattano sul
nostro ascolto,
come gessi storti
sulle lavagne.
C'è così tanto posto.
Bentornata.
Anche così.
Adoro questa poesia e la premessa è certa "nessun inferno" ... è scritta così e l'adoro per questo. Ne va colto il suo senso.
RispondiEliminaLo sai: debbo riperderti e non posso.
Come un tiro aggiustato mi sommuove
ogni opera, ogni grido e anche lo spiro
salino che straripa
dai moli e fa l'oscura primavera
di Sottoripa.
Paese di ferrame e alberature
a selva nella polvere del vespro.
Un ronzìo lungo viene dall'aperto,
strazia com'unghia i vetri. Cerco il segno
smarrito, il pegno solo ch'ebbi in grazia
da te.
E l'inferno è certo.
(Eugenio Montale, Le occasioni)