Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

mercoledì 1 maggio 2013

Cotta, come la pasta di un tedesco.

(c) 2013 weast productions

Ti scrivo questo. Visto e registrato oggi. Chissà se ti piace.

Che non abbia fine e anzi si trasformi in un grido collettivo il rotolio del pallone sul campo d'erba finta. E che non finiscano mai le unghie, sotto i suoi denti: una generosa distesa di cheratina e magari, prima di lei, illusione plastica, bugia sintetica, un bello strato d'artigli posticci. Ceeentimetri da divorare, diiio che nervoso. La ragazza bionda con le Converse ai piedi, i jeans a tenerla dentro come un cordone di sicurezza e come se i chili di troppo non fossero in realtà una benedizione, gli occhi come il radar di una batteria antiaerea inquieti sul bersaglio mobile, get it, baby, get it! E il cuore: ossignore il cuore, a mille e cotto come la pasta di un tedesco. A vederla, un due ore prima, fare timidi giri del campo sola, senza che ancora nessuno si fosse degnato di farsi vivo, e nemmeno lui, lui che l'aveva chiamata: questa sera gioco. E poi, di nuovo, incontrata altrove, per caso e in mezzo al deserto delle sere che qui si consumano, presa in un riscaldamento di muscoli e giunture inteso in senso sacrificale e altruistico: dedicato a lui, che fra un po' avrebbe sul serio giocato. E, trascorse le due ore, rieccola: a bordo campo. Campetto. Bruga d'erba corta e senza fiato. Sola, lontana centimetri 56 da un altro spettatore noioso e che ci prova e ci prova e ci prova. Nulla da fare, sorry buddy. Unghie rimaste: due. Sguardo: stupendo e melodrammatico. Bersaglio: lui. E lui: la palla, la palla, passami la pallaaaaaa! Esortazione rivolta a un compagno di rissa. Cade una bestemmia, e cade, guardacaso, anche la saetta di un temporale che chiama l'estate. Da bordocampo un ragazzo di colore, a cavallo sulla staccionata, esclama, come riflettendo, non bestemmiare. Senza rabbia, soltanto respiro che esce accarezzando le corde. Vocali. È musulmano, arrivato da poco e dachissadove. Non bestemmiare. Meglio dell'arbitro, di ogni arbitro del mondo. Niente parole brutte, questa sera, non ora, non in questo istante: la ragazza con le Converse è a fine unghie, la partita è a fine tempo. Lui ha sprecato una rete. Ma sta finendo, ooohhhh come sta finendo, in quella di lei. Così presente e costante e non altrimenti distraibile a bordo campo. Una preghiera, non turbata da altro. Tutta amore. E senza unghie. Cotta, come la pasta di un tedesco.

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