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Sto capendo, lentamente. Ci sto arrivando.
Gli Stati Uniti: sostengono di avere
elementi per credere – ma non fino in fondo, non ancora – che in
Siria i militari del presidente Bashar Al Assad abbiano usato armi
chimiche (gas Sarin) contro ribelli e popolazione civile. È la
famigerata linea rossa che, stando al presidente Obama, se oltrepassata farebbe
reagire gli Stati Uniti, come non si sa, ma regire sì. Lo hanno detto: chi s'impiccia chiedendo le prove?
La procuratrice Carla del Ponte: si
dice non sorpresa dall'aver letto in un rapporto del suo “team di
investigatori” (composto da chi, ci spiega, e sguinzagliato dove, ci spiega?) che esistono “concreti
sospetti anche se non ancora prove inconfutabili” che in Siria si
sia usato del gas Sarin. Chi lo ha usato? I ribelli. Perché? La
signora Del Ponte: “... che poi non ci sorprende, perché negli
opponenti (al presidente Al Assad, n.d.r.) si sono infiltrati questi... questi combattenti stranieri,
gente che viene da fuori, eccetera... questi guerriglieri e così
via.” Non sorprende chi? Lei, il team di investigatori, la
Commisisone ONU sui crimini di guerra e contro l'umanità commessi in
Siria? Avanti. Ancora l'ex procuratrice: “se c'è stato un utilizzo
di armi chimiche per il momento noi lo abbiamo da parte degli
opponenti.” Quelli buoni oppure i cattivi? Chi il mattino si fa la barba, o chi non se la
fa? Chi è del posto, chi viene da fuori? Ooohhhh, già sentito,
somewhere.... Ermeneutica etno-georgrafica applicata a una guerra.
Israele: due recentissimi attacchi dal cielo contro
installazioni militari siriane. Poche ore prima della dichiarazione
TV della signora Del Ponte. Niente parole, bombe.
Robert Fisk ha scritto che dopo il raid israeliano ci siamo dentro anche noi in questa guerra, l'Europa e l'Occidente. Visto che sono occidentale anch'io, anch'io ci sono dentro.
Ti prego, non farmi fare il dietrologo,
no, il dietrologo no!
Okay, allora penso, lentamente, e
lentamente ci sto arrivando.
L'Occidente sta facendo una operazione
di pulizia umanitaria preliminare: stiamo, cioè, spazzando via il
terreno da quello che di umano in Siria resta, e ne resta, ne resta.
Stiamo preparando il terreno. A che cosa, non lo so, ma so che lo
stiamo facendo. Stiamo creando una immensa discarica dentro la quale
abbiamo gettato i civili, quelli che hanno creduto e credono nella
rivoluzione (aiuto: e chi la usa più questa parola?), creduto al
cambiamento, ma anche quelli che hanno dubitato sempre, che sono rimasti "fedeli" al regime non per tornaconto, ma per convinzione o paura del vuoto. La
richiuderemo, questa discarica, con una bella frase ad effetto (magari anche
strampalata) ed ecco fatto: piazza pulita. Resta, soltanto, una
distesa luccicante sulla quale si muovono come gnomi indiavolati
uomini non molto alti ma lesti, con la barba lunga e un lanciagranate
in spalla. Oppure soldati in divisa che ancora obbediscono (ma come
fanno se è tanto bastardo?, ci chiederemo) a un presidente in rovina,
assecondati da bande di civili indemoniati pronti a tutto - questi sì - in nome
del portafoglio e dell'appartenenza confessionale, e forse più del portafoglio, se posso aggiungere.
Comunque vada, andrà come vogliono
Loro, gli attori internazionali (scrivo "Loro" maiuscolo, oggi che metto in minuscolo persino "dio"), anche se non ne hanno la minima idea di come andrà: ci avranno
preparati, spiegandoci che, da qualsiasi parte stiamo, con Bashar o
con i ribelli, non ci dobbiamo preocupare. Se la mattanza continua,
sapremo (ce lo hanno spiegato, ci hanno preparati) che a combattersi
saranno soldati governativi che FORSE usano le armi chimiche contro
ribelli talmente somari da allearsi con dei barbuti che FORSE usano le armi chimiche. Oppure: se interverremo (se l'Occidente interverrà,
militarmente), sapremo che le (nostre) bombe cadranno soltanto su
soldati governativi che FORSE usano il gas Sarin o su barbuti che
FORSE usano il gas Sarin.
Che confusione! O: che chiarezza. Che mondo messo bene. Che guerra simmetrica, ormai, ora sì, simmetrica, gas per gas.
Se qualcuno pensa che:
- la dichiarazione di Obama & Co. + l'attaco israeliano
- la dichiarazione della signora Del Ponte
- il cartellino giallo che oggi (a nemmeno 24 ore dalla sua dichiarazione TV) la signora si è presa dal suo capo a capo della Commissione di inchiesta sui crimini di guerra et contro l'umanità in Siria costituiscano corpi sconnessi o vasi non comunicanti, me lo dica.Io, non ci credo.
Credo questo: stanno partorendo la
tempesta perfetta. Mediatica e linguistica. Interviste e
dichiarazioni a catena che si neutralizzano. Parole che significano e non significano. Recano il senso e il controsenso, il peso e l'assenza di gravità. Questo producono. Una
marea di parole senza senso. Private del senso. Il verbum sventrato.
Andiamo avanti. Parole che la stampa riprende e
utilizza a piacere (basta guardare chi ha davvero notato o segnalato
i dubbi che le parole stesse della signora Del Ponte incarnavano –
quasi autonomamente, di loro spontanea volontà, come non reggendo il
peso che era stato loro ordinato di sopportare – e direi i dubbi
che nemmeno la signora Del Ponte riusciva a mascherare mentre
pronunciava le sue parole in TV: fra i giornali scritti nelle lingue
che conosco, citerei Der Spiegel).
Non lo fanno apposta. Ci sono dentro.
Stanno al gioco. Oggi dico questo, domani dico quello, dopodomani
magari non dico nulla.
Nel mio piccolo, dal mio nulla, deploro
un elemento soltanto: che hanno già fatto il funerale ai civili, in
Siria. A tutti quanti. A tutti quelli che dentro la Siria vivono
ancora. Obama, l'Europa, gli israeliani, i fratelli arabi, gli
alleati persiani. Persino la Commissione dell'ONU che indaga sui
crimini commessi contro l'umanità (che io capisco come: contro gli
esseri umani siriani, okay, ma intesi anche come incarnazione di
tutti gli altri, e quindi anche di noi, dell'umanità intera, pure quella non direttamente coinvolta), persino l'ONU, ooohhh, ci ha
messo una pietra sopra. Sulla Siria.
E via che vado.
Caro Gianluca,
RispondiEliminagrazie per i Suoi posts. Il primo per aver evidenziato così bene la mancanza di responsabilità e di etica (con è necessario qualificarla: etica, punto e basta) che trapelava dall’intervista della Signora Del Ponte. I secondo per... Confesso che ho finito di leggerlo con un sentimento di confusione, stanchezza e nausea. Ed è questo che mi preoccupa di più, perchè sfascia quello della nostra comune umanità : quella dei Siriani che viene distrutta e la nostra che stiamo perdendo. Non si stanchi di ricordarcelo.
Un pensiero forte per Lei.
Donatella