Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

martedì 15 novembre 2011

Out of focus.



Reality is out of focus. Pictures are never. 

3 commenti:

  1. Quelli sono i miei occhiali. Appoggiati sulla scrivania. Li tolgo e li appoggio quando sono stanca. Come in quelle giornate quando ho voglia di stare con me stessa ed esco di casa senza metterli. Lascio a casa anche l'automobile, sia chiaro. Ogni tanto ho voglia di non riconoscere le persone e di non sforzarmi nemmeno troppo. Secondo me lo faccio inconsciamente. Mi da fastidio non vedere bene. Allora non guardo. Di conseguenza non saluto. Di conseguenza, per gli altri, me la tiro. Et voilà. Click. Flash. Immortalata li. Categoria scelta. La vedete la porta all'angolo? E' aperta. In casa mia tutte le porte sono sempre aperte. Se mi chiudo in una camera è perché voglio prendermi il mio spazio. Delimitarlo. Ma a casa mia ci sono solo io. E' chiusa solo la porta d'entrata. Doppia mandata. Serve? Un rettangolo, con un po' di colore dentro, sfuocato per di più. Eppure ci ho visto un sacco di cose. Delineate. Come quando ho gli occhiali.
    In realtà ogni giorno abbiamo attorno tantissime immagini delineate e stra- raccontate. Mi interessano? singolarmente forse, nell'assieme meno. Abbiamo i dettagli di tutto. Risoluzione altissima. Ma le cose vere? quelle importanti dico. Ma le cose importanti voi lo sapete cosa sono? io no, in questo momento no.

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  2. Supponiamo, che nell'arco di una giornata, incontriamo 50 persone (nel lavoro, nel privato,...).
    Di queste 50 persone, 1 si rivolge a noi in modo scortese, sgarbato,...: ecco giornata rovinata.Solitamente è ciò che succede.E qui nasce la mia domanda: e gli altri 49, che fine hanno fatto?? Come può essere, che 1 vale più di 49?
    Questo ragionamento a mio avviso vale un po' per tutto. Una pubblicità discutibile, pesa più di tutte le altre, credo, ci si debba un po' ridimensionare.
    Mi piacerebbe che ogni singola persona, recandosi all'estero diventasse ambasciatore della propria nazione.
    Sarebbe, la pubblicità migliore.
    Impariamo, a valorizzare gli altri 49: quell'1 si ridimensionerà!
    Xenia

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  3. Ciao Carol, fai bene, simbolicamente, a lasciare a casa gli occhiali ogni tanto. Non sempre dobbiamo essere per forza simpatici e cordiali, piacere a tutti insomma. Questo è quello che si aspettano gli altri senza impegno. Dovuto. Quando non avviene ecco che passiamo magari per dei "tironi". Si dice che abbiamo una sorta di pendolo naturale dentro di noi che batte. Fa (dovrebbe) qua e là costantemente. Pesca fra la rabbia e la compassione. Termini orribili. Mi son presa la briga di chiedere ad un amico psicoterapeuta cosa s'intenda per rabbia e compassione. Nella rabbia ci sta la capacità di ribellarsi, dire no così non mi piace, non mi fa star bene (DIFESA). Nella compassione c'è invece la capacità di comprendere, tollerare, capire (SENTIMENTO). Ecco che allora il nostro pendolo si ferma sovente (capita a tutti indistintamente) più da una parte piuttosto che dall'altra. Abbiamo così un disagio, un malessere, uno smarrimento. Questa teoria mi ha sempre fatto riflettere e, penso, che il momento buono sia quando il pendolo passa per il centro (EQUILIBRIO). Cos'è quindi importante? Non credo vi sia un "elenco" . L'importante è mutabile. Credo piuttosto che sia importante sapersi ascoltare e reagire di conseguenza, creando un benessere generale (interiore intendo). Se tu funzioni, di conseguenza funziona anche chi e quello che ti circonda. Poi, là dove non dipende da noi, è importante almeno partecipare. Buona domenica.

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