Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

giovedì 24 novembre 2011

La rivoluzione con le Tod's

(c) 2011 weast
La rivoluzione in Egitto è riuscita a compiere un altro miracolo: dopo aver cacciato Hosni Mubarak ha strappato alcune signore del quartiere bene di Zamalek ai loro cappuccini e macchiati caldi serviti negli  eleganti caffè dove ammazzano il tempo. Sono scese in piazza. Che botta di adrenalina. Non erano molte, va bene. Ma portavano, oltre alle Tod's e alle Hogan, qualche manifesto. "Fermate il gas": un appello alla polizia e all'esercito che da giorni utilizzano uno strano gas dalle conseguenze anche letali sulle persone, un gas molto aggressivo. I testi li hanno scritti di proprio pugno, le signore, senza chiedere alle domestiche, che essendo filippine o altro, avrebbero potuto fare qualche errore, non si sa mai. Sulla scena della protesta le signore sono giunte con tanto di autisti. Che se ne stavano guardinghi vicini alle machine: pronti a sgommare al primo sentore di gas.

(c) 2011 weast


7 commenti:

  1. Lasciatelo dire, stai sempre un passo avanti...
    Un caro saluto
    Xenia

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  2. Ecco una fotografia di un contrasto strepitoso con gli scatti precedenti : al caos, allo scompilio, alle tensioni si contrappone questo gruppetto di signore benestanti che, in perfetto ordine e molto “chic”, manifestano alla loro volta !
    Grazie, Gianluca, per questo Suo sguardo che ci sorprende e ci permette di sorridere, se non di ridere, in mezzo ai drammi.

    A presto.

    Donatella

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  3. Protetta protesta. Comunque presente!
    per chi vive in un mondo a parte, separato, si tratta proprio di SCENDERE nelle strade e nelle piazze, e per farlo, loro, hanno bisogno di un pizzico di coraggio in più. significa marcare presenza nei confronti di chi molto spesso si ignora, nella vita di tutti i giori, tra un cappuccino e un the.
    l'anagramma di presenza è speranze!
    una buona giornata,
    Sabrina

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  4. Il fatto di scendere in piazza a manifestare, in genere culturalmente, è riconosciuto come un evento fatto dal ceto medio-basso. Insomma i benestanti non protestano. Non si lamentano. Non hanno nulla da rivendicare. ... Benvengano quindi le signore egiziane griffate. Certo è che le foto nelle quali sino ritratte sembrano ovattate rispetto a quelle della piazza viva, protagonista. È comunque significativo il loro disappunto ... Forse per davvero una sorta di miracolo rivoluzionario. Buon fine settimana.

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  5. Attenzione: in questa immagine leggo qualcosa di diverso, il senso di una precisazione sottile, di un distinguo elegante. E' il motivo per cui ho scattato la foto. "Fermate i gas" dicono i cartelli. E non "Fermate la violenza". Come dire: gas no, bastoni e altro ok. E' un po' come se in Piazza Riforma a Lugano (esempio!) i giovani della zona (altro esempio!) facessero a botte con la polizia per chiedere meno repressione e si prendessero in cambio, sulla faccia e nel nei polmoni, un sacco di lacrimogeni cattivi. Ed è un po' come se le signore di Lugano, in via Pessina o Nassa, pericolosamente vicine alla prima linea (ancora un esempio!) si mettessero a scrivere striscioni con sopra scritto: "No ai manganelli". E il gas? Non sarebbe fuorviante concludere che le signore sottintendano: "Che lo usino pure. Il gas le magliette di mio figlio non le sporca. Che poi tocca a noi mamme lavarle. Il sangue, si sa, è una bestia cattiva da pulire".

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  6. Ciao! ti ringrazio per questo tuo punto di vista.
    mi veniva da pensare che per chi ha tollerato "la città dei morti", i mendicandi per strada, una bambina piccolissima sdraiata dietro la porta di una "toilette pubblica" al mercato Khal Khalili, i ragazzini con gli asini a raccogliere spazzatura, continuando a vivere tranquillamente nel lusso, beh, il fatto di scendere in strada (anche "solo" per i gas) è già qualcosa. forse i gas sono la goccia che ha fatto traboccare il loro capiente vaso di egoismo. forse è un inizio. d'altra parte il loro "potere" vacilla, se perdono la protezione dall'alto...
    da noi: qualche anno fa, a Bellinzona, quante Tood's o Hogan sono scese a fianco degli scarponi degli operai delle officine? La violenza non c'entra, in questo esempio, d'accordissimo. siamo lontani anni luce da Piazza Tahrir. Ma si tratta comunque di condivisione di una realtà che appartiene a tutti.
    ti ringrazio, come sempre.
    ciao Sabrina

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  7. Io non ce l'ho con le T e le H. E nemmeno con chi le porta. Era un modo come un altro per tirare il fiato. L'immagine degli operai con gli scarponi non mi convince molto. Forse era tutta pubblicità.

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