Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

domenica 15 aprile 2012

Apologia dell'inquietudine /8.

Nella notte di Delia: libri?


Continuiamo con la pubblicazione del racconto proposto dal nostro lettore. Si è rifatto vivo. Domani è lunedì. Lavora. Ha trovato il tempo di mandarci l'ottavo capitolo. Delia, questa volta. Alle prese con...

Wow. Stava meglio. Aveva perso un dente ma gliene restavano 31. Poteva viverci. Ci stava. Te ne sei voluto andare? Cadere? Lasciarmi? Fottiti! Delia era uscita dalla doccia ed era entrata in un nuovo mondo: un piede ancora umido dopo l'altro ancora umido. Vi era scivolata dentro, portata dalla patina luminosa che l'acqua aggrappata ai suoi piedi aveva lasciato sul parquet. Cadendoci sopra come un acrobata che si sgancia dal trapezio. E che già sente la rete di sicurezza sbattergli sulla schiena, come la sberla di un'innamorata: sciocco, che paura mi hai fatto prendere! O Delia. Oooooooh Delia. Stesa sul divano grigio antracite del suo salotto aveva preso in mano il telecomando. Distratta, uguale uguale come faceva il mattino, quando al bar prendeva la brioche dalla vaschetta di plastica con il coperchio scorrevole, gli occhi ancora chiusi (o quasi) e la tuffava nel cappuccino. E c'era sempre quel figo di un cameriere che la guardava a scatti, tac, tac, tac: puntandole addoso il kalashnikov del suo sguardo e scaricandole addosso una raffica di pupiiiille.
Zap! L'immagine si era presentata dal nulla, sullo schermo. C'era qualcuno che parlava di... parlava di.... Di cosa parlava? Non era il cameriere. Era un altro. Sembrava un maggiordomo. O forse era una voce femminile, una voce soltanto, di donna? Raccontava qualcosa, lunghe frasi appese a elaborate immagini. O era il contrario? Elaborate immagini appese a lunghe frasi? Anzi, no: parole tuffate dentro la marmellata. Questa, invece (la marmellata! Sveglia, lettoreeee....), Delia la risparmiava alle sue brioche. Frasi marmellatose. Esiste questa parola? Quel signore (o quella signora?) parlava di libri, si', di libri, di letteratura, poesia, romanzi, finzione. Spalmando tutto di marmellata. Che ore sono? Mattina presto. A quest'ora? Libri, a quest'ora? Diceva qualcosa del senso della vita, affidata a un racconto-sgorgato-da-una-prosa-sorvegliata-e-felice. Diiiiiiio.
Delia aveva impugnato il telecomando, preciso preciso, come guidata dal GPS montato su un missile Tomawak. E aveva schiacciato il pulsante rosso. OFF. Ma come per dire ON. Come ad armare il missile montato sull'elicottero Apache. Un missile, si capisce, letterario. Una figura retorica. Sgorgata-da-una-prosa-sorvegliata-e-felice. Delia era quasi contenta di avere appena perso un dente. Almeno, non soffriva più. Non più di tanto. Il sonno era venuto a prenderla. Vincendo la timidezza. Uscendo nudo dalla notte. Vieni via con me. Lascia che ti mostri paesi nuovi. E ti faccia scoprire lingue diverse. Oooooh.

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