Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

martedì 2 aprile 2013

Lo sconto, please!

(c) 2013 weast productions / g.g.

Il giornalista tedesco (ARD) Joerg Armbruster è arrivato in Germania, trasportato da un aereo con ICU (intensive care unit) a Stoccarda. La SZ (Sueddeutsche Zeitung) pubblica un articolo firmato da Sonja Zekri che non condivido del tutto (mi sembra scritto da qualcuno che in Siria o zone simili non c'è mai stato), ma tre passaggi desidero sottolinearli: 

1) "Finanzstarke Sender aus Amerika oder Großbritannien beauftragen inzwischen private Sicherheitsfirmen, die ihre Reporter beraten und begleiten. Aber diese Dienste kosten Tausende Dollar am Tag. Und es ist sehr die Frage, ob ein halbes Dutzend Bewaffneter bei der Begegnung mit überreizten syrischen Kämpfern mehr Sicherheit schafft oder die Eskalationsgefahr eher steigert".

Se ci siano uomini armati con i giornalisti britannici e USA non lo so e non posso confermarlo, non li ho visti finora. So però che le grandi TV e le grandi agenzie (Reuters, AP) inviano con i loro giornalisti/fotografi/cameramen dei "security advisors", vale a dire addetti alla sicurezza: si tratta di ex militari con l'incarico di farti tornare a casa vivo. Insieme a questi, mandano anche medici e paramedici, nel caso un giornalista o qualcuno dello staff rimanga ferito.


2) "Andere Medien, auch öffentlich-rechtliche Sender, gehen manchmal den umgekehrten Weg, und wenn es schlecht läuft, kann der Angriff auf Jörg Armbruster dafür auch noch ein Argument sein. Sie schützen ihre eigenen Leute und kaufen Beiträge von freien Journalisten, die auf eigenes Risiko nach Syrien reisen, oft ohne Mindestausrüstung wie Schutzweste und Helm, ohne Sprachkenntnis, ohne landeskundige Mitarbeiter, ohne Versicherung und manchmal ohne Erfahrung in Krisengebieten. Kriege sind Karrierebeschleuniger, gerade für Journalisten und Fotografen. Und das Outsourcing des Risikos ermuntert Einsteiger zu längeren Aufenthalten und waghalsigeren Einsätzen".

Vero. Ma non dipingerei i free lance come un esercito di sbarbatelli e francamente, se vai da solo, con tutto il materiale che ti porti appresso, a qualcosa devi rinunciare: un giubbotto antischegge e un casco pesano e non registrano immagini. A volte rinunci proprio a questi. In realtà, lo fai anche perché indossarli spesso di trasforma in un obiettivo identificabilissimo. Eccetera.

3) "Die britische Sunday Times, die Zeitung der 2011 in Homs getöteten Reporterin Marie Colvin, entschied sich zu einem radikalen Schritt: Die Zeitung vergibt keine Aufträge mehr an freie Journalisten in Syrien. Es sei keine finanzielle Entscheidung, sondern eine moralische, erklärte das Blatt. "Wir wollen kein weiteres Blutvergießen." Andere Medien, auch die SZ, halten es ähnlich: Sie schicken eigene Redakteure, die Gefahr und Ertrag abwägen. Ein Risiko, das zeigt der Fall Armbruster, bleibt".

Sulle decisioni "morali" dei vertici della stampa ho i miei dubbi.

Tutto questo, in una estrema sintesi che anticipa future riflessioni, per la cronaca. Non si lamenta nessuno. Se uno va in Siria (o da qualche altra parte, simile) lo fa perché ci crede. Certo, ci sono i giovani, quelli che lo fanno sperando di strappare un contratto decente a una testata. Guardano uno come me (ho 46 anni, ma non significa niente: mi sento un ragazzino....) dandogli, con le pupille, del pazzo. Soprattutto quando gli dici che tu un posto ce l'avevi ma hai mollato tutto per la voglia di raccontare il mondo. Ma non ci sono soltanto i giovani e, credetemi, nessuno "ci va alla cazzo" in un posto come la Siria, trovo anzi questa idea offensiva, volgare nei confronti di chi ci ha lasciato la pelle: ci sono tutti gli altri che ci vanno (a qualsiasi età, al posto di starsene seduti a una scrivania a rompere le palle alla gente) perché non è un lavoro, questo, è diverso. E' una passione. E' un amore dichiarato ogni volta. E' il sangue che ti scorre dentro. E' tutta la vita. 

Se vai in Siria, è perché non riesci a startene a casa a guardare la TV o a leggere i giornali. E poi vale la pena: ti fai quattro risate. Te le fai quando (se) torni: le testate giornalistiche (soprattutto quelle che i soldi li hanno, e li spendono, quindi le TV) sono capaci di chiederti lo sconto. Lo sconto, please! No, non "sono capaci": lo fanno. Te lo chiedono: ti chiedono lo sconticino. Così va il mondo. E' in mano ai burocrati, che decidono tutto. Anche come raccontarlo, questo mondo. E pace in terra. 

1 commento:

  1. Interessante leggere i tuoi commenti. Sto cercando di immaginare cosa può pensare una persona che legge l'articolo che hai riportato e, come in molti altri casi, giustamente o semplicemente, prende per buono quello che legge. Leggendo gli ultimi post ho trovato i tuoi auguri a Joerg Armbruster. E ho capito forse un po' di più quella passione di cui tu parli, ma che non traspare dall'articolo di cui riporti tre passaggi.

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