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Gemma, Gianluca e Michele. |
Sei alta sulle ali e leggera. Hai
sganciato la tua zavorra in pochi attimi e senza fatica. Hai
affrontato i primi venti con coraggio, quello che soltanto le donne
hanno. Le madri. Subito hai imparato il volo, con l'istinto che ti ha sempre
guidato. E ora, mamma, passi e ripassi fra le tue dita anelli di
luce. E sei, finalmente, giunta all'ultimo piano del faro, dalla
parte della vita dove ora sei. Dopo essere stata guida sempre. E ispirazione. Certezza. E guardiana infaticabile della nostra vita di figli, anche di quella di Plinio. Con il tuo sguardo, bellissimo, semplicemente dolce e
indimenticabile.
Lo sguardo è silenzio: il tuo era
fatto d'amore, d'intesa profondissima e d'intelligenza arguta,
ironica e diretta. Di una consapevolezza solare.
Di questo tuo misterioso dono sono
sempre stati, esteriormente, portatori i segni della modestia e
dell'eleganza naturale.
Sei, oggi, nel mio sangue che scorre, e
in quello di Michele, mio fratello. E di Ava, sua figlia, che ha
compreso il balzo che senza troppa pena hai compiuto: lo ha capito respirando, trovandoti anche così nella sospensione
momentanea e giocosa dell'aria che entra e poi esce. La vita che
soltanto finge la sua costanza.
Ho steso una sottile rete di parole,
per trattenere il tuo volo. Ho scritto, fino a che ho potuto, di te.
E tu, fino a quando hai potuto, sei stata al gioco. Ora sei, in modo
completo, nel primo chiarore di memoria che si sta facendo. Sarai,
per sempre, in ciascuna parola che scriverò. Sei, tu, il peso che le
mie parole portano, sei le reazioni che suscitano, sei la verità che
raccontano. Sei in tutto quanto ti devo e non smetterò mai di darti.
Amore, certo, non misurabile, non contenibile, infinito, e il senso profondo e
dirompente della vicinanza: vera espressione dello spirito che si fa
memoria. In chi resta vivo. E in chi, come te, è vivo ancora, in modo diverso.
Sei tu, ora, Gemma, portatrice del mistero della vita e della morte
che affonda le sue radici nell'essere umano. In lui soltanto. In te,
mamma, ormai alta sulle ali, che ti sento vicina come sai che ti ho
sempre sentita. E ancora di più.
Mi permetto. In un momento così privato di dire:
RispondiEliminameravigliosa.
Nella sua pienezza questa lettera.
Come, presumo, lo sia la persona destinataria.
Figlia/o - Madre.
Mi sono detta - vorrei saperla scrivere io una lettera così - ma, soprattutto
- vorrei poterla ricevere -.
Un dono. Forse fra i più belli.
Una testimonianza più delicata.
Toccabile. Commovente.
Poi ho capito!
Ho capito che ogni giorno
impariamo a volare,
sempre più in alto.
Ma mai soli.
Un abbraccio alla vita.
Leila
Bello, molto bello, quanto le hai scritto.
RispondiEliminaLorena
commovente, toccabile e delicata....cari saluti da Lucia
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