Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

venerdì 1 marzo 2013

Il senso del taccuino.

(c) weast productions 2013
Domani, nel Senso del taccuino sulla Regione: "La vita ritrovata di Giles Duley". Qui di seguito il (solito) estratto:

Nemmeno lui crede di potercela fare. Sente la vita andarsene, piano piano. Ha l'impressione di galleggiare. Allora, è questa la morte, è così che si muore? Tieni duro: cinque minuti, dieci minuti ancora. I rotori dell'elicottero Black Hawk provocano un frastuono infernale. I paramedici a bordo si sgolano per comunicare con il ragazzo che hanno appena caricato, disteso su una barella da campo. Quello che resta di lui. L'elicotterro, decollando, ondeggia, solleva sabbia e polvere nella campagna appena fuori Kandahar, Afghanistan. Hang tough, buddy! Tieni duro, amico. Il ragazzo è un fotografo britannico di quarant'anni. Quindici minuti prima era saltato su un IED, un ordigno improvvisato nascosto sotto terra da Talebani e destinato ai soldati americani in pattuglia. E' toccato a lui. L'esplosione gli ha strappato un braccio e due gambe. Hang tough buddy! Dieci minuti di volo e l'elicottero atterra all'ospedale militare americano di Kandahar. Am I going to live? Sopravviverò, chiede il ragazzo sulla barella? Certo, ce la farai. Love you buddy, ti voglio bene amico, gli dice il paramedico prima di rialzarsi in volo: ci sono altri corpi da recuperare in mezzo alla guerra. Taglio. Nuova scena.

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