Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

sabato 20 ottobre 2012

Voglio conoscere la storia vera.

(c) 2012 weast productions


Qui di seguito le mie storie suggerite da questo muro e dal mistero della prima scritta (che è stata cancellata) e della seconda che la ripropone (ma tre anni dopo). Chi l'ha scritta? Chi è Jessica? Cerco entrambi, per raccontare la loro vera storia. Qualcuno mi aiuta a trovarli? La scritta si trova a Minusio. 

Aggiornamento del 21.10

I lettori suggeriscono anche altre ipotesi di lettura, ad esempio:

Jessica ha cancellato la prima scritta perché non ne voleva sapere di chi l'ha sprayata sul muro. Okay, ma allora perché non cancellare anche la seconda, quella del 2011?

Qualcun altro fa notare l'assenza del nome di chi l'ha scritta. Interessante: potrebbe darsi che il nome fosse cosi' ovviamente noto a Jessica da renderne l'esplicitazione superflua. Oppure.... oppure l'autore della scritta (credo ancora che si tratti di un lui) non osava manifestarsi. O, ancora, siamo di fronte a un caso di stalking, e questa sarebbe davvero una storia brutta e quindi (per il momento) non ci voglio pensare).

Questo è il Senso del taccuino del 20 ottobre (pubblicato nella Regione).

Jessica è entrata nella mia vita. Stiamo insieme da due giorni. Ci siamo incontrati a sessanta all'ora. Io ero in macchina. Jessica era sui pannelli di legno che circondano un cantiere, una costruzione rimasta a metà. E' stato un colpo di fulmine: ammesso che ci si possa prendere una cotta per una scritta. Io l'ho presa. Jessica è un nome scritto allo spray. Scritto. Cancellato. Riscritto. Guardiamo la fotografia, per capire e chiarire i fatti. Al muro di legno sono state consegnate (con data)
due frasi. La prima: Sei la mia vita! Jessy ti amo! Per sempre insieme! 26.02.2008. La seconda scritta dice: Ti amo da morire Jessica. Per sempre insieme. Vita mia! (punto esclamativo gigante). E' stato aggiunto un cuore. Data: 01.08.2011. La prima scritta è stata cancellata a colpi di spray, la seconda è intatta.

E' impossibile passarci davanti e tirare dritto. La realtà spalanca le sue infinite distese da attraversare a mille allora con la fantasia. Alla ricerca della vita di Jessica e di chi ha scritto queste due frasi. Siamo a Minusio. Non su una strada di New York, non in un quartiere di Londra, non a Parigi, non a Milano, dove i muri sono pagine che ti fiondano dentro viaggi misteriosi. Eppure, questo muro nostrano fa la stessa cosa: ci consegna una storia d'amore e ci chiede di raccontarla. Ciascuno a modo suo. Attraverso di noi prende forma la trama complessa, incandescente, combattuta, guerresca della storia di Jessica. Ah, l'amore.
Raccontero' la mia trama, anzi trame: ce n'è piu' di una. La realtà non è mai quella che vedi.

Prima trama. Il mistero: perché la dichiarazione d'amore del 2008 è stata cancellata e riscritta tre anni dopo? Nel 2008 Jessica veniva chiamata Jessy. Spesso le storie d'amore iniziano cosi': con un diminutivo, un intervento sul nome. E' quasi una rivendicazione di proprietà o di appartenzenza. Cotto perso per la ragazza, l'innamorato ha inventato (“che testa”) il nomignolo, ha comperato una bomboletta di spray e ha ufficializzato la relazione con Jessy: sei mia e ora lo sanno anche i muri. Nel 2011, nuova bomboletta per due operazioni: l'innamorato cancella la scritta del 2008 (“sei la mia vita”) e ne scrive una nuova, aggiungendo una colorazione (melo)drammatica: “ti amo da morire”. O forse è una minaccia amorosa? Perché scomodare, a tre anni di distanza, la coppia di amore e morte, Eros e Thanatos? Qualcosa, forse, si stava guastando nella storia fra Jessy e il suo innamorato. Che ora la chiama Jessica: la ragazza è cresciuta e forse ha messo su qualche chilo. Col tempo, l'amore si porta via anche i diminutivi. Lui torna al muro che per primo aveva riverberato questo amore, calca la mano (e lo spray) e consegna agli occhi di tutti la supplica rivolta alla sua compagna: non andartene, perché io ne morirei (mi senti, Jessica, mi senti?). Lei, probabilmente, aveva smesso di ascoltare e se n'era già andata quando ancora si sentiva chiamare Jessy (“che palle!”).

C'è un'altra trama. Jessy è passata nella zona di gravità amorosa di un altro fra il 2008 e il 2011. Lui, quello nuovo, la chiama Jessica. E Jessica, pur essendo piu' vecchia di tre anni, continua ad avere un debole pazzesco per gli uomini che sanno urlare il proprio innamoramento ai quattro venti e soprattutto scriverlo sui muri dei cantieri. Lui, a conoscenza della vecchia scritta (una soffiata furba di Jessica, attizzatrice), compera uno spray e la cancella. Fa terra bruciata attorno a Jessica, le brucia persino il passato. Il presente è la nuova scritta (la sua!) datata 2011. I maschi amano competere e esagerare. Se l'altro (il primo spasimante di Jessica) aveva scritto “sei la mia vita”, questo (quello nuovo) si supera: “ti amo da morire”. Vuoi mettere?

Mi viene un dubbio. E se fosse stata Jessy diventata Jessica a cancellare la prima scritta? Terza trama. La quale prevede due possibilità. Jessica non sta piu' né con l'autore della prima scritta, né con quello della seconda (“bastardi”). Ha cancellato la prima versione, ma ha esaurito lo spray per la seconda. Il tempo ha addolcito il dolore e Jessica ha lasciato perdere l'operazione oblio sulla seconda dichiarazione. Oppure – altra possibilità – Jessica è sempre legata al secondo innamorato, quello pronto a morire per tanto amore, e quindi la scritta se ne sta ancora li'. Mi convince meno.

Quarta ipotesi narrativa di questo infiammato amore. Jessy aveva tradito il primo amoroso facendolo soffrire come mai avrebbe pensato di soffrire in vita sua (“come una bestia”). Lui, infuriato, è corso al muro e ha cancellato la scritta. Tre anni dopo, la ragazza si rende conto di avere perso un tesoro di compagno. E cosa fa? Torna al muro e riscrive (quasi alla lettera) la frase originale. Lancia, cosi' facendo, un messaggio: ho sbagliato, ma credo ancora nel nostro amore.
Si firma Jessica: come a dire: sono sempre la tua Jessy, ma sono cresciuta. Non lo so, anche qui qualcosa non mi convince.

Quinta ipotesi: Jessy, diventata Jessica, ha lasciato il primo autore della scritta e pure il secondo. Oggi sta con un altro compagno (“sembrano fatti l'uno per l'altra”) che probabilmente la chiama Jes, Jessina, Jessichina o glucosio simile (gli uomini sono maestri nell'affibbiare nominogli kitsch alle proprie compagne). Visti i tempi che corrono e sicome i maschi sono fatti uguali, Jessica ha voluto che restasse ben leggibile sul muro la scritta del 2011. Un monito, un avvertimento all'amore nuovo: se tiri la corda, se svolazzi vicino alle altre, io (“iiiio”) ti ricordo che nel 2011 uno che impazziva per me ce l'avevo. Anzi, mi amava da morire. Potrebbe continuare a farlo anche oggi. Se è ancora vivo.

C'è un'ultima congettura di racconto. Jessy è sempre pazzamente innamorata del suo primo compagno (autore della prima scritta), il quale, nel 2011, le ha rinnovato il proprio amore con una nuova dichiarazione, attualizzandola con il gesto plateale del cancellino sulle vecchie parole, ormai giudicate insufficienti per davvero esprimere i sentimenti che lo calamitano a Jessica. Jessy è diventata la sua donna ufficiale, quindi è giusto chiamarla Jessica. Insieme hanno deciso di trasformare la dichiarazione intima di questo amore nel tatuaggio pubblico della loro passione. Che è davanti agli occhi di tutti.
Come staranno le cose per davvero? Dovremo attendere il 2014 per scoprire un nuovo colpo di spray occultatore o per leggere una nuova scritta sul muro di Minusio. Se ci sarà ancora. Il muro. E l'amore fra Jessica e l'altro. Io, con lei, con Jessy-Jessica, ci sto soltanto nella fantasia con cui la realtà ci chiede di essere guardata.


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