Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

giovedì 16 giugno 2011

Avventura di confine

Sono in Turchia per raccontare le storie dei rifugiati siriani che sono fuggiti dai loro villaggi.  Con una guida (a sinistra in questa foto) ieri sono riuscito a entrare in territorio siriano. A un certo punto, mentre di nuovo ci eravamo avvicinati al confine turco, una pattuglia di soldati (turchi) ci ha fermati. Siamo rimasti in stato di fermo, la guida, la mia interprete e io, per sei ore e mezza. Trattati bene ma con fermezza dai soldati e dalla polizia militare. Anche la guida, un siriano rifugiato, è potuto restare in Turchia: "se mi fanno rientrare in Siria, mi ammazzano", mia ha spiegato. Aveva il terrore dipinto sul volto mentre me lo diceva, sembrava davvero sincero. Questa "avventura" mi ha permesso di vedere i profughi dalla parte siriana del confine, quelli che in Turchia non vogliono entrare per non diventare rifugiati a tutti gli effetti. Vivono allora nei campi, in Siria, in modo improvvisato e precario (bambini, donne incinte, famiglie intere). Alcune fotografie di rifugiati nella città di Yayalada (in Turchia) le trovate qui.

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