Questo è un altro manifesto con il quale vi invitiamo a visitare World Press Photo a SpazioReale. Abbiamo scelto una immagine a colori (vedi la donna sotto) e una in bianco e nero. Le vedrete, in questi giorni, esposte nella vostra città. La donna nella fotografia a colori è una siriana ferita a Idlib: con questa immagine, messa dentro la nostra realtà quotidiana, SpazioReale vuole lanciare un messaggio, dire, cioè, che tutto quello che accade nel mondo ci riguarda. Anche le due donne afgane che cuciono il vestito di cerimonia di una Barbie.
Raccontare
giovedì 30 maggio 2013
Il mondo a SpazioReale. E nella tua città.
Questo è un altro manifesto con il quale vi invitiamo a visitare World Press Photo a SpazioReale. Abbiamo scelto una immagine a colori (vedi la donna sotto) e una in bianco e nero. Le vedrete, in questi giorni, esposte nella vostra città. La donna nella fotografia a colori è una siriana ferita a Idlib: con questa immagine, messa dentro la nostra realtà quotidiana, SpazioReale vuole lanciare un messaggio, dire, cioè, che tutto quello che accade nel mondo ci riguarda. Anche le due donne afgane che cuciono il vestito di cerimonia di una Barbie.
Vi aspetto a SpazioReale il 7 giugno.
Il 7 giugno alle ore 18.30 siete tutti cordialmente invitati a SpazioReale (Antico Convento delle Agostiniane, Monte Carasso). Inauguriamo l'esposizione World Press Photo 2013. La più prestigiosa rassegna internazionale dedicata al fotogiornalismo sarà visitabile per la prima volta nella Svizzera italiana. Alla serata interverrà anche Reto Ceschi, giornalista RSI, e Karl Lundin di World Press Photo. Dirò qualche cosa anch'io, in qualità di curatore di SpazioReale, e soprattutto avrò il piacere di darvi il benvenuto. Maggiori informazioni le trovate QUI.
lunedì 27 maggio 2013
Gas, gas...
La signora Carla Del Ponte aveva
sparato senza farci vedere nulla: "i ribelli in Siria usano gas
tossici nei combattimenti". Il mondo, impazzito. Per meno di 24 ore,
ma è già qualcosa. Poi il silenzio. E le voci di corridoio nella diplomazia svizzera e in quella internazionale: "questi ticinesi!" (da fonti autorevoli).
I reporter di Le monde l'hanno sparata
grossa oggi facendoci vedere troppo poco di un ipotetico impiego di armi chimiche (gas) da parte delle truppe governative siriane. Il mondo, finora, sta
impazzendo comunque. L'articolo (e i commenti) più il video dei giornalisti
di Le Monde sono visibili cercando QUI.
La ricostruzione scritta non fa una
piega: documentata e non sensazionalistica. Mi sorprende una cosa,
una soltanto: per due mesi giornalista e fotografo/cameraman sono
stati insieme in Siria, a Damasco, poco fuori. E tutto quello che sul presunto utilizzo di gas sono
in grado di mostrarci è QUESTO video? Troppo poco, onestamente. Il
caso peggiore visibile è un ragazzo steso su un lettino a cui i medici fanno
un'iniezione e sistemano sul volto un mascherina dell'ossigeno. Noto,
tuttavia, dopo avere letto che fra i sintomi degli attacchi di cui i giornalisti sono stati testimoni, c'è anche questo,
l'assenza di arrossamento degli occhi. Il ragazzo sembra avere
difficoltà a respirare, ma null'altro.
Ora: non metto in dubbio la credibilità
del reportage di Le Monde e nemmeno quella delle testimoninanze
raccolte. E tuttavia, come avevo fatto per la
signora Del Ponte, preciso: quello che (non) ci avete mostrato non basta a
convincerci.
Oggi il mondo va così: quello che non
vedi non esiste. In due mesi di lavoro, niente immagini?
Apparentemente, anche il fotografo di Le Monde ha accusato i sintomi
da avvelenamento in seguito a un attacco al gas: niente immagini,
nemmeno qui?
Sulla questione “utilizzo di gas”
in Siria si decide la guerra occidentale contro il regime di Assad. Chiedo ai mostri sacri di
Le Monde un po' di precisione in più. Visibile. Non perché non
crediamo alle parole. Ma perché, vuoi mettere un'immagine?
Morte di Yara.
![]() |
Yara Abbas |
Sul conflitto, e sui giornalisti che lo raccontano, Amnesty International scrive: "Syria's government and elements of the rebel movement are deliberately targeting journalist".
domenica 26 maggio 2013
Sulla novità.
Messaggio per i lettori del blog: la novità di contributi in audio è in versione "beta", vale a dire stiamo provando modalità di caricamento dei files da supporti e località diverse. Per fare questo ci saranno contributi di lunghezza variabile per i prossimi giorni, in seguito verrà introdotta una formula unica e più agile. In realtà, tutto questo è in preparazione del lancio di una piattaforma diversa. Continuate a scrivere, al blog oppure a me direttamente con idee, suggerimenti e critiche. La versione "scritta" non verrà abbandonata.
sabato 25 maggio 2013
Non ho letto una cosa.
Abbiamo letto di tutto, credo anche
voi. L'omicidio di Woolwich, Londra, ci ha dato la scossa. Abbiamo
letto di tutto per cercare le risposte, insufficienti di fronte a
un'azione come quella dei due ragazzi che uccidono, tentando di farlo
a pezzi, un soldato britannico. Resta, come il fumo di una sigaretta
che galleggia nell'aria, il senso dello sgomento. Mi auguro che sia
lo stesso che proviamo di fronte a ogni efferatezza: di gente che fa
a pezzi gli altri ne è pieno il mondo, se non mi sbaglio anche
quello piccolo e antico che si chiama Ticino.
Non ho letto una cosa, credo nemmeno voi,
nei commenti che necessariamente hanno riempito le pagine dei
giornali e i minuti di trasmissione radio e tv. La scrivo qui di
seguito, con il beneficio dell'errore, perché in realtà tutto tutto
non si può leggere. Magari qualcuno l'ha scritta. Non credo.
Chi fosse interessato al seguito e quindi al testo intero lo può ascoltare cliccando qui sotto.
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