Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

venerdì 6 dicembre 2013

Il senso del taccuino.

© weast productions 2013
Sabato 7 dicembre nel Senso del taccuino sulla Regione: Domani non ne avrò più il coraggio. Qui di seguito il (solito) estratto:

Se non facciamo i nomi, quelle vite non ci sono mai state. Che se le porti via una sventagliata di proiettili, come fosse una cosa normale, e pace in terra. Yasser Faisal Al-Joumaili. Sconosciuto, uno qualsiasi. Nato a Fallujia, in Iraq. Una moglie, tre figli e una telecamera. Morto in Siria, tre giorni fa. Le informazioni disponibili ci permettono di dire questo: è stato fermato a un posto di blocco nel nord del Paese da tre uomini armati e successivamente assassinato. I tre uomini apparterrebbero a un gruppo radicale affiliato ad Al Qaida. (…) Olivier Voisins, giovane fotoreporter francese, è morto in febbraio, anche lui in Siria. Aveva scritto una mail, la sera prima, nel rileggerla oggi ci trovi quasi la premonizione di quanto sarebbe accaduto. C'è questo passaggio: “scatto delle fotografie senza nemmeno sapere se la mia agenzia le prenderà”. Immagine di una vita sospesa, e implicita dichiarazione di modestia di uno che cercava gli altri. La firma, autentica, delle fotografie di Olivier. Ciò che della sua vita metteva in ogni scatto. Il suo nome in ogni scatto. Oggi si firmano tutti: anche chi dà le notizie sul traffico o sul tempo che farà, altri ancora. È una cosa diversa. La firma non è il nome. Nella sua lettera scritta al computer, Olivier diceva di pensare sempre più spesso a un testo che nel 1942 era stato ritrovato su un paracadutista francese caduto in guerra, successivamente chiamato “Preghiera del paracadutista”: O Signore, dammi ciò che gli altri non vogliono, dammi la battaglia e la tormenta, te lo chiedo questa sera, poiché domani non ne avrò più il coraggio. Solo, dentro una casa semidiroccata di Idlib immersa nella notte, questo ragazzo cercava le parole per non mollare, per continuare a restare in un posto terrificante. Fate anche il suo nome, insieme a quello di tutti gli altri.

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