Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

sabato 8 giugno 2013

Il senso del taccuino.

(c) 2013 weast productions
Oggi, sabato 8 giugno, nel Senso del taccuino sulla Regione: "Sei, o tra, nei miei occhi". Qui di seguito il (solito) estratto.


Il problema è: dove metterla, tutta questa vita? Cosa farne?
Rewind: sembravano non finire mai. Le estati in campagna, le chiacchiere sotto gli ulivi dentro un'ombra viva: sapevi che era lì per te. Le due bambine sempre dietro la nonna. Suo marito, quando l'ospedale glielo permetteva e i pazienti stavano tranquilli e insomma ce la mettevano tutta per guarire, trascorreva qualche giorno anche lui nella casa che era stata dei suoi bisnonni. Sembrava non finire mai neppure il tempo. Le ore non trascorrevano: si moltiplicavano. “Guarda come crescono le bambine”. “A vista d'occhio”. Dalla cucina, alle due in punto: “`È prontoooooo!” La sera, alle nove, quando la notte sembrava un altro mondo, stessa cosa: “A tavolaaaa!”. Dopo, il tè. Litri di tè. E chilometri di parole. Le ore si stringevano ai minuti e mettevano al mondo altro tempo. Infinito.

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