Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

domenica 24 febbraio 2013

I tuoi scatti, Olivier.

Olivier Voisin

Fotoreporter, indipendente. E' morto oggi in seguito alle ferite da mortaio riportate giovedì in Siria, vicino a Idlib. Fotografava con occhi diversi, con uno sguardo diverso. Credo che per questo motivo non appartenesse a nessuna agenzia. Mandava i suoi scatti sperando che qualcuno li prendesse. Significa questo essere free lance. In una lettera inviata la sera prima di essere ferito alla giornalista italiana Mimosa Martini e che io leggo sulla versione francese di Huffington Post, scrive: 

Je fais les photos et je suis même pas sûr 

que l'afp les prennent.


Questo è un giornalista libero: fa le cose innanzitutto
perché sente di avere il dovere di farle. Successivamente 
dovrà convincere qualcuno a pubblicargliele, le sue cose. 

Provo una tristezza immensa. Il senso di vuoto che si aggiunge al vuoto che questo lavoro comunque ti lascia dentro. Anche se continuiamo a scherzarci sopra, a spararle grosse quando ci troviamo per caso in qualche albergo, davanti a un whiskey o a una birra. Una tristezza immensa. 

La lettera di Olivier può essere letta QUI. È stupenda e fa male. 





3 commenti:

  1. E vero, fa male.
    Non trovo altre parole e non so neppure se esistono altre.

    Donatella

    RispondiElimina
  2. Si riparte.
    Nuovo anno. Stesse sfide. Nuovi sacrifici.

    Frammenti di vita documentati
    che non sai neppure se interesseranno a qualcuno.
    Distratti da altro.

    L'ultimo scatto di una vita travagliata.
    L'ultimo per chi, per un attimo, se ne è occupato.
    L'ultimo giro di una giostra senza sosta.
    Che poi riparte.
    In balia dei suoi carnefici.
    A cospetto di chi la sta a guardare.

    La lettera di Olivier è veramente stupenda.
    Nella sua "sollecita" stesura, ne traspare una infinita
    PASSIONE.
    Per il suo mestiere. Per il suo credo.

    La passione e la vita. La vita e la passione.
    Capita che una possa sopravvivere all'altra.
    Dolorosamente.
    Silenziosamente.
    Uscendo di scena.

    RispondiElimina
  3. Che noia sta roba,
    hanno già censurato la lettera... con la scusa del mancato "consensus" famigliare.
    Domani ne troveremo soltanto un pezzo, redatto nientemeno che dal presidente dell'AFP in persona.
    Noto che la malattia del "being politically correct" continua a produrre altre buone pillole confezionate Eurasia,
    promuovendo così la dittatura del relativismo!

    Ma in verità, caro Olivier, Te ne saresti potuto restare a casa Tua: a produrre capolavori sulla guerra francese cominciata nel lontano 1789. Avresti potuto ridimensionare Napoleone, ridipingere di rosso Francesco Holland o magari "fare un servizietto" ai boia della ghigliottina... Avresti potuto rivelare la storia di casa Tua, parlare della democratura!... con gli stessi spiccioli e qualche lacrima amara risparmiata a Tua madre.

    ... ma invece, mio fratello-cittadino, mentre la Francia è imprigionata tra le stelle della babilonia, Ti auguro che la sua terra Ti sia leggera!...

    protettore dei fotografi, ora pro nobis,

    Jacek P.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.