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Mohammed El Ghanam resta in carcere.
Rifugiato politico in Svizzera, ex funzionario del Ministero degli
Interni egiziano, è in regime di internamento nel carcere di Champ-Dollon (Ginevra) dal 2007. Il Tribunale federale ha respinto (12
febbraio 2013) il ricorso di El Ghanam contro la decisione della
Corte di Giustizia del Canton Ginevra (21 agosto 2012) che confermava il suo internamento.
La vicenda di Mohammed El Ghanam, che
ha quasi 60 anni, è un caso umanitario che la Svizzera ha deciso di
ignorare. La sua storia è stata raccontata in un documentario di
Weast Productions trasmeso da Falò (RSI 1). Potete vederlo o rivederlo cliccando
QUI.
Il 14 novembre 2012, il Consiglio
federale, rispondendo a una interpellanza di Oskar Freysinger, aveva
scaricato il barile sul Canton Ginevra. Dal Cairo, i Fratelli
Musulmani, oggi al governo, dopo essersi detti impazienti di fare
uscire di prigione l'egiziano internato (definendo la sua
incarcerazione un “crimine”), hanno altro a cui pensare. E, fra
questo altro, figura sicuramente il contenzioso con la Confederazione
circa il tesoro della famiglia Mubarak che Berna ha congelato, ma non ancora restituito. Attende una
sentenza definitiva della giustizia egiziana.
Nel frattempo, un team di medici è
riuscito a incontrare Al Ghanam in carcere e a stendere un rapporto
sulle sue condizioni di salute (fisica e mentale): resta molto
preoccupante. Stando alle fonti di Weast Productions e Faccia da
reporter, le autorità ginevrine starebbero cercando di individuare
un “istituto psichiatrico sicurizzato” nel quale (de)portare al
Ghanam, in modo tale che possa “beneficiare” (le virgolette sono
ironiche) delle cure che, nel carcere di Champ-Dollon, non riceve.
El Ghanam è ritenuto, sembra di capire anche dal Tribunale Federale (che si trincea dietro cavilli giuridici per non intralciare il diktat della Giustizia ginevrina), pericoloso per la Svizzera e la società. Chi in
passato lo ha visto in carcere lo definisce un “fantasma”. Chi ha ricostruito la sua storia, ha molti dubbi sulle reali motivazioni della "sepoltura" in vita di El Ghanam. Quindi, per entrambe le ragioni (pericolo pubblico, complotto?), l'egiziano resta dietro le sbarre; e continuerà ad essere sotto chiave
anche quando/se si dovesse trovare una clinica psichiatrica ben
protetta (dall'interno: no way out per lui) nella quale ricoverarlo.
Un'ultima cosa: El Ghanam viene
giudicato malato di mente (affetto da mania di persecuzione): in sostanza e in soldoni incapace di intendere e
di volere. A questa presunta menomazione la Giustizia del Canton
Ginevra riconduce tutte le sue prudentissime (ma inflessibili)
decisioni. Il Tribunale federale accolla invece a Mohammed El Ghanam costi processuali di soli 800.- franchi. Tenuto
conto, però, non della sua mania di persecuzione (che renderebbe la misura inapplicabile, un ossimoro, essendo il soggetto incapace di pienamente intendere e volere), ma della sua “situazione
finanziaria” (pagina 8 della sentenza). Siamo svizzeri. Fino in fondo.
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