Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

mercoledì 20 febbraio 2013

Il colonnello sepolto vivo.

(c) 2013 weast productions


Mohammed El Ghanam resta in carcere. Rifugiato politico in Svizzera, ex funzionario del Ministero degli Interni egiziano, è in regime di internamento nel carcere di Champ-Dollon (Ginevra) dal 2007. Il Tribunale federale ha respinto (12 febbraio 2013) il ricorso di El Ghanam contro la decisione della Corte di Giustizia del Canton Ginevra (21 agosto 2012) che confermava il suo internamento.

La vicenda di Mohammed El Ghanam, che ha quasi 60 anni, è un caso umanitario che la Svizzera ha deciso di ignorare. La sua storia è stata raccontata in un documentario di Weast Productions trasmeso da Falò (RSI 1). Potete vederlo o rivederlo cliccando QUI.

Il 14 novembre 2012, il Consiglio federale, rispondendo a una interpellanza di Oskar Freysinger, aveva scaricato il barile sul Canton Ginevra. Dal Cairo, i Fratelli Musulmani, oggi al governo, dopo essersi detti impazienti di fare uscire di prigione l'egiziano internato (definendo la sua incarcerazione un “crimine”), hanno altro a cui pensare. E, fra questo altro, figura sicuramente il contenzioso con la Confederazione circa il tesoro della famiglia Mubarak che Berna ha congelato, ma non ancora restituito. Attende una sentenza definitiva della giustizia egiziana.

Nel frattempo, un team di medici è riuscito a incontrare Al Ghanam in carcere e a stendere un rapporto sulle sue condizioni di salute (fisica e mentale): resta molto preoccupante. Stando alle fonti di Weast Productions e Faccia da reporter, le autorità ginevrine starebbero cercando di individuare un “istituto psichiatrico sicurizzato” nel quale (de)portare al Ghanam, in modo tale che possa “beneficiare” (le virgolette sono ironiche) delle cure che, nel carcere di Champ-Dollon, non riceve.

El Ghanam è ritenuto, sembra di capire anche dal Tribunale Federale (che si trincea dietro cavilli giuridici per non intralciare il diktat della Giustizia ginevrina), pericoloso per la Svizzera e la società. Chi in passato lo ha visto in carcere lo definisce un “fantasma”. Chi ha ricostruito la sua storia, ha molti dubbi sulle reali motivazioni della "sepoltura" in vita di El Ghanam. Quindi, per entrambe le ragioni (pericolo pubblico, complotto?), l'egiziano resta dietro le sbarre; e continuerà ad essere sotto chiave anche quando/se si dovesse trovare una clinica psichiatrica ben protetta (dall'interno: no way out per lui) nella quale ricoverarlo.

Un'ultima cosa: El Ghanam viene giudicato malato di mente (affetto da mania di persecuzione): in sostanza e in soldoni incapace di intendere e di volere. A questa presunta menomazione la Giustizia del Canton Ginevra riconduce tutte le sue prudentissime (ma inflessibili) decisioni. Il Tribunale federale accolla invece a Mohammed El Ghanam costi processuali di soli 800.- franchi. Tenuto conto, però, non della sua mania di persecuzione (che renderebbe la misura inapplicabile, un ossimoro, essendo il soggetto incapace di pienamente intendere e volere), ma della sua “situazione finanziaria” (pagina 8 della sentenza). Siamo svizzeri. Fino in fondo. 


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