Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

sabato 9 febbraio 2013

Caro Christopher, eccetera.

Caro Christopher Hitchens: che ti porto nella memoria, nel Kindle, nello zaino con i cavi, le due Nikon e tutto il resto. Anche oggi. Alla notizia di una corte egiziana che ha deliberato di oscurare Youtube per un mese, dopo che il portale si è rifiutato di cancellare quella enorme cazzata di video sul profeta Maometto che, qualche mese fa, ha fatto sparlare i media e montare su tutte le furie qualche musulmano. Anche oggi, Christopher, ti rileggo: i passaggi sottolineati, con quello che, di volta in volta, avevo sotto mano: una matita, un sasso che lascia il nero sulla pagina, lo sporco che mi tolgo dalla faccia quando sono in giro. Il titolo, già citato (quante volte?) in questo blog e altrove: dio non è Grande. E le tue riflessioni per spiegare come “religion poisons everything”. La religione avvelena la vita. E il ragionamento degli esseri umani. Non la fede, non quella, non il credere a un dio o a più di uno, credere ai morti, ecc. No, la religione. Religione come assoggettamento. Prendi questi esempi: la corte in Egitto, i Fratelli musulmani in Egitto, la situazione in Tunisia, la giovane ragazza violentata a Colonia a cui due cliniche cattoliche della città hanno rifiutato la “pillola del giorno dopo” (che agisce quando l'ovulo non è ancora stato fecondato, appunto: per evitare che ciò accada), con la litania insopportabile nella quale si sono malamente e disumanamente fuse le richieste pronunciate dai rappresentanti del clero cattolico tedesco di “aiutare” la ragazza, di volerla prima – PRIMA? - “consigliare”.

Vedi, è un niente e siamo tutti dentro lo stesso catino: loro (musulmani) e noi (cristiani, cattolici nella fattispecie, ma non c'entra). Lo stesso atteggiamento. Nel mio piccolo, ho fatto questa pensata.

Rivoluzioni arabe: al potere sono finiti i partiti di ispirazione religiosa. Controllano una parte della società attraverso le preesistenti organizzazioni caritative, di assitestenza, ecc. Questi gruppi (e poi partiti) hanno sempre sostenuto un'idea guida: la soluzione è nella religione. Giunti al potere, botta pazzesca: dio sembra insfischiarsene. Della disoccupazione, delle quotazioni in borsa, delle esportazioni, del Fondo monetario internazionale, della democrazia, di tutto. Oddio. Che fregatura. E ora? Ci incazziamo, di brutto. Se dio se ne infischia significa che non ci stiamo comportando bene, che ignoriamo le sue richieste: magari non gli piace la democrazia (c'era, ai tempi in cui è stato annunciato, questo dio?). E allora, vai di manganello (e ben peggio). Tutti in riga, per piacere a qualcuno che esiste soltanto nella nostra testa. Se dio esistesse davvero, non ci starebbe dentro, troppo piccola.

Il nostro dio (Occidente): vedi l'esempio della Germania (ragazza violentata). E' soltanto uno. Ci vantiamo della nostra vissuta separazione fra Stato e Chiesa (maiuscolo per capirci). Bugie. La chiesa (minuscolo, per capirci) è ovunque. Ovunque. La chiesa e la religione. Non la fede, che, di nuovo, specifico, è su un piano diverso, intimo, personale. La religione avvelena la nostra vita: perché è espressa (nella più parte dei casi) da esseri umani che non c'azzeccano. Perché ne siamo imbevuti, inconsapevolmente, e molte decisioni le prendiamo e molti giudizi li pronunciamo sulla base di questa per molti (troppi) sopportabile ubriacatura. Non è filosofia. Non è etica. Non è morale. Queste chiedono e richiedono una testa lucida. La religione, no.

Caro Christopher Hitchens, torno a proporti come lettura, indispensabile. Vitale. Visto che anche nel mio modesto mondo (quello dei giornalisti) è in abbondante circolazione il veleno della religione, che altera (senza ammissione, senza sottopancia, senza niente) una visione del mondo proposta come oro colato. E già che ci sono (e visto che ormai tu non ci sei più, terrenamente parlando) suggerisco anche un'altra lettura, il tuo Mortality. Poche pagine: dove il lettore trova la tua confessata fede nell'essere umano. Meglio di questa, vuoi mettere?

1 commento:

  1. Caro Gianluca,

    Ecco un’articolo che non lascia indifferente, almeno in quanto a me.
    Desidero reagire per aggiungere qualche sfumatura alle Sue affermazioni. E come non mi sento all’altezza di discutere l’argomento da sola con Lei, ho chiamato alla riscossa qualcuno di tanto più autorevole di me: una testa molto lucida della religione cristiana e di una Chiesa, quella cattolica, mi riferisco al defunto Cardinale Carlo Maria Martini.
    “La religione avvelena la vita. E il ragionamento degli esserei umani”. Mi sembra che ciò valga anche per tutte le ideologie totalitarie che perdono di vista l’essere umano e gli lavano il cervello. La Storia ce ne ha rilasciato alcuni terrificanti esemplari.
    In quanto alla religione, se definita come un sistema organizzato, con strutture, gerarchia, dogmi, il rischio, avverato, è che essa diventi potere o sia utilizata dal potere. Allora è tradimento e devianza dal messaggio di cui è custode. Cito Carlo Maria Martini: “La Chiesa, come tutte le istituzioni terrene, contiene il bene e il male ma è depositaria di una fede e di una carità molto grandi”. E anche : “A volte la Chiesa si occupa di troppi peccati e non tutti nella Chiesa sanno e sentono che quello è il solo, vero peccato : la sopraffazione, l’umiliazione, il disconoscimento del proprio simile tanto più se è debole, se è povero, se è escluso”.
    Se la religione è considerata come relazione dell’essere umano con Dio e di quest’ultimo con l’essere umano (cosa ancora diversa dalla fede), l’essere umano è soggetto, con tutta la sua dignità e libertà (che usa per il bene quanto per il male), con una mente che ragiona, che interroga. Carlo Maria Martini si preoccupava e diceva : “Mi angustiano le persone che non pensano (...) Vorrei individui pensanti”.
    Le citazioni sono estratte da due libri : “Conversazioni notturne a Gerusalemme” e “Conversazioni con Carlo Maria Martini” pubblicato dopo la sua morte. Quello che mi ha affascinato nel secondo sono stati i dialoghi tra Carlo Maria Martini e Eugenio Scalfari, ateo dichiarato. Dialoghi immersi nell’ascolto e nell’apertura totali all’altro e con un profondo rispetto reciproco, dove l’uno come l’altro dimostra la sua indefettibile fede nell’essere umano...
    Per concludere, vorrei rispondere alla Sua frase “Se dio esistesse davvero, non ci starebbe dentro, troppo piccola [la nostra testa]”. Vero, verissimo : Dio è grande perchè è al di là degli schemi di pensiero che noi vogliamo imporre.

    Fa piacere ritrovarLo sul Suo Blog.
    Buon proseguimeto e a presto.

    Donatella

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