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Il senso del taccuino sulla Regione di sabato 1. dicembre: L'ambizione del topo da laboratorio. Un estratto:
(...) Se c'è una persona arrabbiata con il
linguaggio (parole, immagini), questa è Nahla, giovane
rivoluzionaria egiziana. Una carica esplosiva (nel senso buono) che
cammina. Rientrando dallo Yemen, ho fatto tappa al Cairo e l'ho
rivista. Abbiamo passeggiato insieme. Lei fumava anche per strada.
Teneva la sigaretta come fosse un fucile, pronta ad aprire il fuoco
sul primo sguardo intriso di (nell'ordine): sorpresa,
disapprovazione, rimprovero, passaggio all'azione (del tipo:
strapparle la sigaretta). Io, accanto alla ragazza, mi sentivo come
Sancho Panza. Nahla ha fatto a pezzi, durante i nostri quattro passi,
l'immaginario narrativo che l'Occidente ha elaborato per descrivere
ciò che non si sarebbe mai aspettato: degli arabi sulle barricate.
Siamo andati in soffitta e abbiamo tolto un vecchio vocabolario da un
vecchio baule. E con questo linguaggio, appesantito da un paio di
secoli e consumato dalle tarme, descriviamo un mondo nuovo. Nahla
rifiuta, in particolare, il nostro lamento costante sulla condizione
femminile. “Partite – spiega – dalla convinzione (tutta
vostra) che le nostre donne siano sempre e soltanto sottomesse”. Ha
ragione, è una scusa: cio' facendo evitiamo di prenderle sul serio
come forze davvero rivoluzionarie. Questo sguardo è il velo
invisibile imposto dall'Occidente. (...)
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