Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

venerdì 25 settembre 2015

Il senso del taccuino.


Domani, sabato, nel Senso del taccuino sulla Regione: "Due che si guardano". Qui di seguito il (consueto) estratto:

Un campo. Non dritto: ondulato. Come il mare. Se c'è da fare un paragone, è questo il più preciso. E infatti dice: “sembra il mare”. Con un mezzo sorriso, che le viene dagli occhi, più che farsi sulla bocca. Le labbra sono secche. Lui la guarda e pensa: “ruvide”. E pensa, anche: “è bella”. O forse è soltanto perché si trovano lì, in mezzo a un campo chissà dove di preciso, perché lei porta uno zaino sulle spalle e nella mano destra stringe un sacchetto di plastica con dentro un paio di scarpe e qualche vestito, perché ha la faccia stanca, perché viaggia da sola, perché porta una camicia blu e il blu sembra essere il colore perfetto per la sua pelle, perché non si lava da giorni e non se ne vergogna, perché negli occhi c'è dentro dolore e forza, perché sembra fidarsi di lui, perché è solo anch'egli, forse perché tutto questo ha un senso, lei che lo guarda e lui che la guarda, altrimenti non avrebbe senso nulla nella vita, perché lei sa cos'è la guerra e non ha paura, lo sa, glielo leggi in faccia che lo sa, che l'ha vista, che lo sa.


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