Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

venerdì 1 maggio 2015

Il senso del taccuino.

© 2015 weast productions

Domani nel Senso del taccuino sulla Regione: "La vita fatta a pezzi". Qui di seguito il (solito: rieccovi, parentesi!) estratto:

Pensa a come saresti potuta essere infelice. O in fondo al mare. O buttata su un cespuglio come una vecchia giacca a vento piena di buchi e che non scalda più. Non ancora del tutto senza forze, ma ormai vicinissima. Pensa alla paura, che sarebbe stata il primo sapore svegliandoti, ogni mattina, ogni maledetta mattina, prima del caffè e delle mille sigarette che ti fumi. O morta ammazzata. Che forse è l'ipotesi più realistica. Morta ammazzata. Prova a dirla, questa frase. A ridirla. Che effetto fa? Dici: nessuno. Il problema è questo. Trascorri le ore, i giorni appesa a un palloncino riempito d'elio e lo osservi, fin che tiene tiene. A volte ti piacerebbe addirittura che esplodesse, colpito dalle schegge che mandi in giro, che ti esplodesse in faccia, per farti una bella risata, fosse anche l'ultima. Una bella risata, con la voce che graffia e mette di buon umore, soltanto a sentirla uno sorride ed è contento che tu sia in giro, che strano ma è sempre stato così.  

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