Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

venerdì 9 maggio 2014

Il senso del taccuino.

Domani nel Senso del Taccuino sulla Regione: "Raccontami la tua vita". Qui di seguito il solito estratto:

Un bicchierino non ha mai ucciso nessuno. Scende da cantarci sopra una canzone: “Ooohhh, mio amore, se fosse vero quello che mi scrivi, da me voleresti, portato dalle promesse che sussurri alle parole, rendendole leggere e misteriose, irresistibili come baci, aci, aci, aci”. Le parole. E il bicchierino, che diventano due e poi tre. Martini bianco: una poesia. Al terzo si ferma. Pausa: alle dieci di mattina, una signora che si rispetti sarebbe al massimo al terzo – se terzo deve essere – caffè. Tuttavia, a sessant'anni suonati ha ormai imparato a infischiarsene delle altre, di quelle sue coetanee o giù di lì, donne che se prima del nome non ci metti un “signora” davanti scoppia il finimondo. Lei, signora lo è dentro. Dicono, anzi, che i valori veri sono quelli che non si vedono. Fuori, è una che passa inosservata, dice lei. Non è vero. Così, seduta a un tavolo del ristorante di un autogrill, di fronte a una donna più giovane, la guardi. Il rumore furioso delle automobili che sfrecciano sull'autostrada arriva filtrato dalle ampie vetrate del ristorante e quel poco che passa, uguale a un temporale in avvicinamento ma ancora troppo lontano per inquietare, crea un curioso effetto di isolamento: le due donne in primo piano, tutta l'altra gente, seduta ad altri tavoli, sfocata e a comporre uno sfondo. 

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