Domani nel Senso del Taccuino sulla Regione: "Raccontami la tua vita". Qui di seguito il solito estratto:
Un bicchierino non ha mai
ucciso nessuno. Scende da cantarci sopra una canzone: “Ooohhh, mio
amore, se fosse vero quello che mi scrivi, da me voleresti, portato
dalle promesse che sussurri alle parole, rendendole leggere e
misteriose, irresistibili come baci, aci, aci, aci”. Le parole. E
il bicchierino, che diventano due e poi tre. Martini bianco: una
poesia. Al terzo si ferma. Pausa: alle dieci di mattina, una signora
che si rispetti sarebbe al massimo al terzo – se terzo deve essere
– caffè. Tuttavia, a sessant'anni suonati ha ormai imparato a
infischiarsene delle altre,
di quelle sue coetanee o giù di lì, donne che se prima del nome non
ci metti un “signora” davanti scoppia il finimondo. Lei, signora
lo è dentro. Dicono, anzi, che i valori veri sono quelli che non si
vedono. Fuori, è una che passa inosservata, dice lei. Non è vero.
Così, seduta a un tavolo del ristorante di un autogrill, di fronte a
una donna più giovane, la guardi. Il rumore furioso delle automobili
che sfrecciano sull'autostrada arriva filtrato dalle ampie vetrate
del ristorante e quel poco che passa, uguale a un temporale in
avvicinamento ma ancora troppo lontano per inquietare, crea un
curioso effetto di isolamento: le due donne in primo piano, tutta
l'altra gente, seduta ad altri tavoli, sfocata e a comporre uno
sfondo.
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