SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.
venerdì 28 settembre 2012
Domani faccio i nomi.
(c) 2012 weast productions / Manrico Pierangeli
Desidero ringraziare personalmente tutta la squadra che ha lavorato a SpazioReale e a Il resto della vita. Domani pubblicherò una bella foto di gruppo e faro' i nomi. Grazie.
Alcuni scalini in discesa. Un elegante, quanto sobrio, insolito essiccatoio. Lì stesi, i panni della vita, quelli più "intimi". Alla ricerca forse della brezza giusta, che li possa asciugare un po'. Così appese, restano pure le emozioni: forti, contrastate, meravigliate.
Nel cantinato una gigantografia. In primo piano due donne vestite di nero. Lo sguardo di una, in particolare, ha fatto abbassare il mio come a dire. - non puoi capire -. Di certo la signora non mi chiede nulla. Di certo non posso avere questa presunzione.
Risalendo le scale, avrei voluto chiudere delicatamente la porta di quel simbolico essiccatoio. Così che quei panni potessero ritrovare la giusta quiete. Così che "Il resto della vita", di quelle vite rimanesse per un attimo protetto, preservato.
Dai loro rumori lontani, dai nostri al piano di sopra. In uno "SpazioReale", tangibile, prestato a quei resti di vita per una simbolica dimora. Per una tregua momentanea, per un meritato riposo. Così da permettere al tempo, di tornare a scorrere. Inesorabile.
Il mio semplice sguardo soggettivo
RispondiEliminaAlcuni scalini in discesa.
Un elegante, quanto sobrio, insolito essiccatoio.
Lì stesi, i panni della vita, quelli più "intimi".
Alla ricerca forse della brezza giusta,
che li possa asciugare un po'.
Così appese, restano pure le emozioni:
forti, contrastate, meravigliate.
Nel cantinato una gigantografia.
In primo piano due donne vestite di nero.
Lo sguardo di una, in particolare,
ha fatto abbassare il mio come a dire.
- non puoi capire -.
Di certo la signora non mi chiede nulla.
Di certo non posso avere questa presunzione.
Risalendo le scale, avrei voluto chiudere
delicatamente la porta
di quel simbolico essiccatoio.
Così che quei panni potessero ritrovare
la giusta quiete.
Così che "Il resto della vita", di quelle vite
rimanesse per un attimo protetto, preservato.
Dai loro rumori lontani,
dai nostri al piano di sopra.
In uno "SpazioReale", tangibile,
prestato a quei resti di vita
per una simbolica dimora.
Per una tregua momentanea,
per un meritato riposo.
Così da permettere al tempo,
di tornare a scorrere.
Inesorabile.
Complimenti a tutti per la lodevole iniziativa.
Ho ripreso la poesia sulla pagina FaceBook di SpazioReale. E' un testo importante, che ci aiuta a capire e a riflettere. Grazie.
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