Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

venerdì 17 marzo 2017

Il senso del taccuino.

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Domani nel Senso del taccuino sulla Regione: "Mozart al posto di blocco". Qui di seguito un breve estratto:

L'aria porta della musica classica. Bisogna ascoltare bene per credere che è tutto vero, che quella musica proviene sul serio da una qualche parte, che uno non sta sognando, non è svenuto o forse addirittura già morto. E per capire che si tratta di Mozart, signoreimmenso, Mozart. Deve essere Mozart. Le note giungono metalliche, non distorte, soltanto un po' metalliche. Ta-ta-ta. Il pianoforte e l'orchestra intrecciati nell'Adagio che produce (deve produrre) in chi lo ascolta un esausto e meraviglioso stordimento. Sul lato opposto della strada centinaia di persone camminano trascinando con sé sacchi di plastica, in silenzio, il peso di una pena da scontare all'infinito. Non c'è dubbio: è Mozart. Al posto di blocco iracheno c'è un ragazzo infilato dentro una tuta nera, con una mano tiene il fucile spruzzato di colori mimetici, con l'altra fa dei cenni alle persone che avanzano poco distanti, alcune si sono fermate, cercano di capire dove andare, cosa fare, tirano il fiato. La pistola è nella fondina sul fianco destro. Dietro la pistola, appeso al cinturone, l'astuccio del cellulare. La musica proviene da lì. Mai visto nulla di simile. «Mozart?». «Besabt: Mozart», risponde il soldato, confermando. Quasi fossimo nella caffetteria di un conservatorio, e non in mezzo al traffico che spinge, nervoso e impaurito, verso la città di Bartella, non in mezzo a tutta quella gente, a quell'umanità venuta fuori da Mosul.

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