Domani, sabato 8 febbraio, sulla Regione nel Senso del taccuino: "Appesi a un racconto". Qui di seguito il (solito) estratto:
Vivono
tutti insieme in quello che chiamano “il covo”, un casermone di
cemento e graffiti. Lobo ha il naso piatto. L'aria
fredda di Berlino, passando attraverso le narici, fischia. Non è
proprio un fischio, la parola giusta è sfrigolio. Lobo è la forma
abbreviata di lobotomizzato. I suoi amici lo chiamano così perché
ha preso troppe botte, troppi pugni in testa per avere, dicono loro,
un cervello che funzioni ancora. Senza di lui, tuttavia, il gruppetto
non esisterebbe più da tempo, li avrebbero già fatti fuori. Lobo è
un carro armato. L'altro è Squalo. Se osservi come ghigna
capisci perché lo chiamano così. Squalo è quello che la sa lunga,
specializzato in informatica e carte di credito, ovviamente clonate.
Chiappa fa ridere solo a guardarlo. Non è molto alto, è
soprattutto largo, largo di chiappe: le lattine di birra scura che
butta giù cominciando la mattina sembrano finire tutte lì. Chiappa
è il migliore quando si tratta di rubare una macchina. Pera
ha la faccia da pera, due occhi piccoli e rotondi, puoi guardarci
dentro fin che campi, non ci troverai nulla. Pera ha lo sguardo
vuoto. Dice sempre “calma”, non conosce un'altra parola. Gli
altri lo ascoltano, quel “calma”ha evitato a tutti un sacco di
guai in passato. Non a Mat, che è in prigione. Mat sta per
matematica: lui faceva i calcoli, tirava le somme, distribuiva il
bottino. Da dentro non puoi farlo, quindi a Mat c'hanno messo una
pietra sopra. Infine ci sono Uma e Crosta,
i nuovi arrivati.
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