Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

venerdì 8 giugno 2012

Il senso del taccuino.

Domani, 9 giugno, nel Senso del taccuino, sulla Regione: Quei morti che non ricevono scuse.

(...) Perché anche questo sono riusciti a farci credere il Presidente Obama e la Signora Clinton: che quando a ucciderli sono i buoni, i morti servono a una causa. Quindi zitti. Tutti quanti.



1 commento:

  1. Le scuse chiamano giustificazioni, ma non è di certo una ragione valida per esimersi. Mi sono chiesta che tenore potrebbero avere… "Ci siamo sbagliati"? o "Siamo stati male informati"? oppure ancora "Si tratta di una speculazione, un male necessario…"? “Pochi” (pochi?!?) morti per salvare molte più vite? Mi fa pensare, forse un po’ cinicamente, ai cartelloni che appaiono ogni tanto (appaiono ancora?) nei grandi magazzini in ristrutturazione: Ci scusiamo per i disagi, stiamo lavorando per voi. Quasi come se il fine giustificasse i mezzi. Ma quale fine? Colpisce, ora che lo fai notare, il silenzio generale, nessuno che “condanna” o “deplora”. Neppure che si rincresce. Sarei curiosa di sapere se e come vengano concertate le prese di posizione pubbliche, i relativi comunicati stampa. Mi immagino, a seconda dei casi, telefonate concitate da una parte all’altra del mondo e cancellerie in subbuglio…

    Proprio ora France24 ha passato un servizio in cui sono stati intervistati familiari e amici di uno dei soldati francesi “morti in un attentato suicida in Afghanistan”. Così come da vivi, anche da morti gli essere umani sono suddivisi in categorie. Sono uniti nel ricordo di chi li piange. Buoni e cattivi.

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