Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

lunedì 30 luglio 2012

Il dovere di uomo. Non di soldato.


(c) weast productions / gg

Quando un militare sceglie di non fare il suo dovere di soldato. La storia di Mohammad, disertore dell'esercito siriano, rimasto cieco dopo l'esplosione di una bomba sulla sua casa. Prossimamente (venerdì) sulla Regione.

Ancora un chilometro, metà in discesa. C’è soltanto la collina da superare.  A volte i guai iniziano quando hai l’impressione di esserteli lasciati alle spalle. Per sempre. Un cecchino siriano. Un’unità dell’esercito spuntata dal nulla. Un gruppo di ribelli che ti scambiano per un nemico. Avanti. Un passo dopo l’altro. Di notte. Sotto una luna che sembra trattenere il fiato per fare meno luce e nasconderti. Buio. Per Mohammad Faisal Assaf  non fa differenza. E’ al buio dal 18 giugno scorso. Cieco. A 28 anni cammina insicuro e fragile, disorientato.  Il contrasto con il suo fisico allenato, i capelli neri tagliati corti, la forza che il suo corpo esprime rende la scena teatrale, quasi studiata per concentrare il significato universale delle infinite contraddizioni e sofferenze della condizione umana.

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