Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

mercoledì 22 febbraio 2012

Altri addii.

Marie Colvin, Remi Ochlik, Rami al-Sayed. Giornalisti e citizen-journalist. Uccisi a Homs. Insieme a decine di altri civili.

9 commenti:

  1. Caro Gianluca,

    ho l’impressione di assistere ad un ecatombe. Se posso capire i cosi detti “rischi del mestiere” legati al dovere d’informare sugli orrori dei conflitti, ho molto più pena ad accettare che si mandino giornalisti reporter in situazioni dove il pericolo di lasciarci la vita diventa quasi inevitabile. Tra poteri che prendono deliberatamente a bersaglio chi denuncia le loro atrocità e redazioni che non mi sembrano avere troppo scrupoli ad inviare i loro collaboratori in tali circonstanze, come voi giornalisti potete mobilitarvi per garantirvi un minimo di protezzione ? Come noi, pubblico che vi segue, possiamo sostenervi ?
    Un pensiero forte per Lei e per i Suoi colleghi. E spero di cuore che Edith Bouvier venga soccorsa.
    Take care.

    Donatella

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    1. Jim Muir della BBC ha scritto l'articolo per me più bello sulla scomparsa dei due colleghi, in particolare di Marie Colvin. Vi troverà qualche risposta, forse soprattutto nella descrizione della fragilità colta in chi si appresta a recarsi in un luogo dal quale sa che potrebbe anche non più tornare. L'articolo a questo link: http://www.bbc.co.uk/news/world-middle-east-17136427

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  2. Anche questo è uno studio interessante. Da sottolineare il numero di freelance uccisi. E' un discorso a parte, che un giorno andrà fatto. Ecco il link: https://www.cpj.org/2012/02/attacks-on-the-press-in-2011-journalists-killed-an.php

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  3. ORA-ADESSO
    Sto sempre a far di conto. È il mio mestiere. Ma la conta dei giornalisti deceduti in questo inizio di 2012 è già disastrosa. Poi mi fermo, in fondo detesto i numeri e penso. Non conto più. Non posso solo contare, voglio poter sentire. ORA-ADESSO, ci saranno spari, colpi di mortaio, urla, fughe, lacerazioni, macerie, disperazione e paura, paura, paura, morte. ORA-ADESSO. Mentre dalla finestra socchiusa sento la musica carnescialesca che sta emettendo le sue ultime note ORA-ADESSO in altri posti ben altra "musica". ORA-ADESSO il tempo di un ultimo respiro. Ieri, ORA-ADESSO, domani grandi eroi sceglieranno di andare là, dove la gente non può scegliere ma vuole una vita diversa. Ieri, ORA-ADESSO vittime ed eroi pagheranno con la vita per dar voce a una disperazione che (cito) - le parole non possono raccontare. Grazie per tutte queste voci che si alzano in coro e sovrastano tutta la musica. Grazie. Semplicemente grazie.

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    1. Cara Leila,
      Mi è molto piaciuto il tuo ORA-ADESSO. L'ho trovato toccante. Incalzante da togliere il respiro. Azzeccato.
      Ciao, Stefania

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  4. Caro Gianluca,

    ho letto i due articoli che ha indicato. Non so se hanno risposto ai miei interrogativi, ma di certo non hanno diminuito il mio malessere e il mio sentimento di rivolta.
    Il tributo a Marie Colvin mi ha molto toccata. Come non provare ammirazione per una persona con una tale convizione sul suo ruolo e sulla sua missione al punto di mettere in gioco la vita pur di seguirla. Umana fagilità, si. Ma anche passione che confina con una certa follia che da senso alla sua esistenza e se mai alla sua morte. Da rispettare pienamente.
    In quanto al documentato e rabbrividente rapporto della CPJ che evidenzia anche la vulnerabilità dei gionalisti freelance, dimostra l’urgente necessità di quella protezzione alla quale alludevo. Un dibattito che si dovrà apprire al più presto per permettere che possiate compiere il vostro lavoro e perché non si spengano i portavoci di chi rimane senza voce.
    Con tutti i miei pensieri e incoraggiamenti.

    Donatella

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  5. Buonasera,
    ho letto l'articolo di Jim Muir proposto da Gianluca. L'ho trovato emozionante e sincero. Talmente semplice che forse basterebbe l'aggettivo più comune per descriverlo: bello. Alcuni tratti hanno suscitato particolari riflessioni:

    - "did much to humanise the statistics"
    come a ricordarci che il reporter non è li per darci dei numeri e per elencare passivamente degli avvenimenti. Vuole farci capire cosa si prova, come si vive e cosa succede realmente. Mi fa rendere conto di quanto io possa restare impassibile davanti alle cifre più grandi, perché i numeri sono messi li tra ciò che accade e i tuoi occhi e per difesa, forse, tendi a fermarti li, ad osservare le cifre e a non guardare oltre.

    - "It was the quiet determination of someone who had to do what she believed she was for"
    Ho sorriso leggendo questa frase. Perché solo con questa determinazione credo sia possibile affrontare un mestiere come questo e solo con una grande consapevolezza penso si possa decidere di intraprendere un percorso come il suo.

    Grazie per gli spunti di riflessione proposti in questi post.
    a presto,

    Carol

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  6. "Due fili di perle al collo e, sull'occhio, una benda da pirata" (diverse foto la ritraggono) ... così viene descritta Marie Colvin nelle molteplici testimonianze che la ricordano. Mi colpisce la sua versatilità, dal filo di perle (un piacere femminile, ricercato, raffinato) agli accampamenti improvvisati (che posso solo immaginare). Sono veramente molteplici i profili che la raccontano. Peccato, ci avviciniamo alle persone solo quando vengono a mancare e non quando sono operative. Siamo fondamentalmente pigri ed un poco egoisti ... Marie Colvin quindi lontana da qualsiasi stereotipo, nessun pregiudizio, una grande determinazione nel riuscire a stare fra due mondi paralleli. Quei mondi che non s'incroceranno mai, ma nei quali ci sono persone che ne fanno la spola. Due mondi nei quali, fragilmente, si può anche morire.
    La mia voleva essere una considerazione un po' al femminile, senza dimenticare le tutte altre vittime.
    PS. vedere nelle immagini del TG di ieri sera Bashar al Assad e sua moglie Assma al seggio, mi sono un po' infastidita ... ovattati dentro ad un luogo dove fuori si è scatenato l'inferno. Una coppia accolta in Europa fino a non molto tempo fa con ardore, indicati come pacati, moderni, innovativi ... però! ...
    Buona serata.

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