Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

mercoledì 29 novembre 2017

Se.

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La faccia che faresti
se venissero tutti a guardarti.
Per vedere:
se piangi o ridi,
se muori di fame,
se stai al buio,
se mangi e dormi,
se vai di corpo,
se sei viva o sei morta,
se sei viva quanto,
se sei morta come, e perché,
se puoi farlo vedere, come sei morta,
se le bombe ammazzano davvero,
se ti è rimasta una gamba,
o se ti è rimasto un braccio, se sei morta senza,
senza una gamba,
senza un braccio,
che brutta morte,
se preghi, se preghi,
se credi in dio,
se credi in dio,
se non ci credi.
Come, non credi
a niente?

Se ti vengono le infezioni.
Dove ti vengono.
Ci sarà un motivo.
Se ti lavi.
Se studi.
Se leggi.

Se commetti peccato.

Se fai all'amore.
Se sei sposata.
Se digiuni.
Se mangi cani.
Se mangi gatti.

Se ti tocchi.
Quanto ti tocchi.
Se pensi alla condizione delle donne.
Se sei per la libertà delle donne.
Se sei per l'asservimento delle donne.
Se sei coperta,
quanto sei coperta.
Se nascondi il volto,
quanto volto nascondi.
Se non lo nascondi: quanto
di esso
non nascondi. E perché.
Se nascondi i piedi.
O no.
Le mani.
O no.
Se sono scalzi,
i piedi,
o con le calze.

Se ti lacchi le unghie.
Quante?
Tutte?
Di che colore?
È importante.
Di che colore?

Se pensi agli uomini.
Ai maschi.
Quanto ci pensi.
A quanti.
A quanti nello stesso istante.
Se sei per o contro gli uomini.
Se ti piacciono gli uomini.
Se ti piacciono: le donne.
Rilasceresti, in questo
ultimo
caso,
un'intervista?

Se non ti piace nessuno.

Se pensi.
Quanto e quando.
Se sei sola.
Se sei male accompagnata.
Se fumi. Quanto. Dove.
Se fumi. Rispondi!
Se leggi libri.
Se ti senti sfigata per non essere
nata altrove.

Se fumi di notte.

Se rimproveri ai tuoi genitori
di essersi accoppiati a Gaza,
non altrove.
Di averti messa al mondo nella Striscia.

Se ti sei già fatta
una striscia.
Per sopravvivere.
Se sei contro le strisce.
Se attraversi sulle strisce.
Se ci sono le strisce:
a Gaza.
Se le auto si fermano,
quando sei 
sulle strisce.
O no.
Se ti piacerebbe che si fermassero.
Come si fermano
da noi.

Se hai qualcosa da dire
in televisione.
Da aggiungere.

Se hai ancora il ciclo:
con tutta la paura che hai avuto.
Se è vero che la guerra,
che la guerra:
rende tutti arrapati.
E fate figli.

Se pensi che poteva andarti peggio.
Se provi rabbia per chi
gli va meglio.

Se preferisci i fiori ai fucili.
Se hai mai imbracciato un fucile.
Se è vero che hai pianto:
quando un drone ha spappolato
tua madre e tuo fratello.

Se è vero che a Gaza si ride.

La faccia che faresti
tu
a essere nato a Gaza.

La faccia che faresti
davanti a quelli
che vengono qui e chiedono
della nostra vita.

Dov'è il reparto dei surgelati?
Dov'è la verdura.
La frutta, il pane.
Lo shampoo.
Il deodorante.
Il dentifricio.
Il filo inter-
dentale.
La mia vita.

La faccia che faresti
se tu fossi nato qui.
Non è perché mi ami,
non è perché ti amo,
che mi capisci.

E che sai
qualcosa
di me.


(Continua la serie di poesie inviatemi da Gaza. Autrice è una giovane donna che desidera restare anonima, che evidentemente non si rivolge a me in ciò che scrive, ma si rivolge a me per essere pubblicata. Il Blog la pubblica e apre, forse, una finestra su una realtà che siamo abituati a osservare appesantiti dai luoghi comuni. La traduzione è di Faccia da reporter, al quale manca il tempo per la costanza e traghettamenti più accurati).

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