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La premessa è che nessuna immagine mi passa indifferente. Quelle forti non mi danno alcun fastidio se, quello che vedo, è veritiero ed inequivocabile. Le prendo per “buone”. Se mi impressionane, cerco di elaborarle emotivamente. Poi trovo le immagini estetiche, come le chiamo io, paesaggi, persone, contesti, insomma tutta quella serie di immagini gustabili senza alcuno sforzo.
Arrivano poi le immagini che io definisco “basse” “meschine” (al di là di quelle volgari per le quali non entro nemmeno nel merito). Quelle subliminali.
Mi spiego.
Proprio di recente, a seguito della denuncia nei confronti di Dominique Strauss-Kahn per la presunta (finché non ci sarà un verdetto vige la presunzione d’innocenza per tutti) violenza sessuale usata nei confronti della cameriera, se ne vedono delle belle.
Nelle foto di questi giorni il signor SK (abbrevio) si presenta all’uscita del tribunale a braccetto con la moglie. Ora, se il tutto va per il meglio - e cioè che SK non ha usato violenza ma che la cameriera era consenziente come sostiene lui – cosa ci dice l’immagine? Vediamo il facoltoso ed ex-Direttore generale FMI, attaccato a sua moglie che, se il tutto va sempre bene, è comunque elegantemente una donna tradita. Ma cosa ci potrebbe dire la foto se vado oltre? Che, se la moglie è così comprensiva, paziente (gli sta a braccetto insomma la didascalia lo indica esplicitamente) forse addirittura la cameriera potrebbe aver provocato il signor SK. Quindi lei colpevole, lui vittima.
Non posso esserne certa ma qualcuno potrebbe leggerla così.
Questo non mi piace. Queste non sono le immagini che voglio vedere. È un’immagine inutile, fuorviante. Distoglie dal fatto, confonde, è ambigua.
Se voglio essere informata vorrò sapere come sono andate realmente le questioni fra SK e la cameriera. Punto e basta. Della moglie e della suite affittata provvisoriamente per gli arresti domiciliari a NY m’interessa poco.
Non ho in mente di aver visto foto della cameriera. L’avranno pure cercata per un servizio, uno scoop … nulla. Di lei c’è solo la sua denuncia ed è l’informazione che abbiamo.
Torno alle immagini che propone Gianluca. Di recente un servizio da Il Cairo. Un siriano in fuga e intervistato. Gli serve l’anonimato per non mettere in pericolo la sua incolumità. Ha infatti filmato in patria, scene repressive.
Immagini: una mano con una sigaretta, un piede che dondola … Cosa mi dicono queste immagini? Il ragazzo siriano è agitato, preoccupato forse addirittura intimorito.
Sono immagini inequivocabili. Queste sono le immagini che voglio vedere. Voglio poter avere la percezione di una realtà. Leila 09.06.2011
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