Una lettrice, su Facebook, mi chiede che cosa ne pensi, io, del polverone suscitato dal testo di Guenter Grass che ha per argomento la potenza nucleare israeliana confrontata alle velleità radioattive dell'Iran e più' in generale alla "già precaria pace nel mondo". Pensavo di potermela cavare facendo all'incirca sembianza di nulla. L'argomento non mi entusiasma.
Rispondo allora sinteticamente: voglio andare controcorrente, lasciando agli altri la discussione sui torti e le ragioni, la rabbia e l'incredulità, la soddisfazione e il consenso riscontrati dal testo. Segnalo il passaggio finale, nel quale Grass scrive di una "vom Wahn okkupiert(e) Region" nella quale i popoli vivrebbero (vivono, dice Grass) "dicht bei dicht verfeindet". Mi appassiono agli aspetti che gli altri trascurano.
La "follia" occuperebbe, stando al premio Nobel per la letteratura tedesco, questa regione del mondo (il Medio Oriente). Riconosciuti tutti come pazzi andrebbero anche riconosciuti tutti come non sottoponibili a giudizio. Cio' che confuterebbe quanto Grass scrive nel suo testo: il suo intento di indicare delle responsabilità. I pazzi sono - per definizione - irresponsabili, non giudicabili né tantomeno processabili. E' qui, in questo passaggio, che Grass cade vittima di una visione neo-orientalista del Medio Oriente. Un neo-orientalismo (per il significato di "orientalismo"vedi i testi dello scrittore palestinese Said) che riducendo la violenza che in Medio Oriente si consuma a follia, esalta i torti degli uni (pazzi) e ridimensiona i diritti degli altri (pazzi anche loro), e viceversa. E' un criterio inaffidabile, perché manipolabile secondo il punto di vista al quale si sceglie di aderire.
Insomma, se la follia sostiene, come sembra credere Grass, la corsa all'atomica iraniana e soprattutto la gelosa salvaguardia dell'atomica israeliana, la stessa follia deve per forza e per logica essere alla base di altre non trascurabili questioni: delle rivendicazioni palestinesi, di chi fra i palestinesi sceglie la lotta armata o di chi invece crede all'azione pacifica, così come di chi, fra gli israeliani, vuole costruire colonie su colonie o chi, invece, è animato da sincere inquietudini e dal desiderio di convivere. Se sono tutti pazzi, allora nessuno è davvero responsabile, rinviabile a giudizio, perlomeno a quello della storia. Il Medio Oriente non è occupato dalla follia. I popoli non sono "verfeindet" (nemici) per pazzia. Non credo nemmeno che siano davvero nemici in Medio Oriente, i popoli. Non credo in sostanza a questa visione neo-orientalista, che culla il mito di popoli sanguigni, reattivi (più che riflessivi), teste calde. Se accetti che sia la follia a regnare su tutto rinunci a individuare le cause vere all'origine della realtà. Il Medio Oriente è un tavolo da gioco. Attorno al quale, concentratissimi, giocatori occulti (ma nemmeno tanto) si affrontano fra bluff, carte fortunate e carte truccate.
gianluca grazie delle delucidazioni in merito alla calda questione Grass-Israele. Molti aspetti mi sono più chiari. Visto la tarda ora non riesco ad aggiungere altro. Contenta di cominciare a capire.
RispondiEliminaNotte
Lorena
Il mio commento sarà banale e locale rispetto alla complessità di questa polemica ma, forse significativo. Fin da piccola (parlo quindi di metà anni '70), insomma quell'età nella quale inizi ad avere la percezione di quanto ti sta attorno ma sempre filtrata dal mondo adulto - unico punto di riferimento - mi ricordo i commenti in merito ai paesi del Medio Oriente, in particolare allora del conflitto israelo-palestinese "tanto quelli sono sempre giù ad ammazzarsi, pazzi da legare". Cresci quindi pensando che vi siano popoli nati e che si mantengano in vita per "scannarsi". Addirittura particolarmente additati pensando che osavano stare perennemente in conflitto proprio nella terra di Dio. Insomma anche ingrati. Lo ripeto è una considerazione banale, ma denota un modo coltivato nel tempo di considerare, di dare per scontato, che questi popoli in fondo se la sono cercano la diatriba da sempre. Quindi, quasi, non vale quasi più la pena parlarne, sono fatti così, lasciati al loro destino, a tratti da dimenticare. Fortunatamente si cresce e impari a non dare tutto per scontato. Impari che ascoltare una sola voce forse non va bene, che non c'è mai una sola verità. Se sei fortunato vuoi che questa storia te la racconti qualcun altro con altri toni. Dopo aver raccolto tutti i pezzi della storia ti puoi anche schierare se lo ritieni opportuno, ma sempre con la consapevolezza che i pazzi stanno in ben altri posti. Buona serata. Leila
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