(c) 2012 weast / Il mio collega Panos Haritos e io a Bint Jbeil, 2006. |
Avevamo questa faccia, Panos, il mio collega greco, e io. Sbarbatelli, o quasi. Fuori di sicuro, più' di oggi.
Dentro è un altro discorso. La fotografia ce l'ha scattata un collega greco dell'AP, a nostra insaputa. L'ho ritirata fuori da una scatola e la pubblico per guardarla in modo diverso nel momento stesso in cui scopro, a distanza di sei anni, di essere finito in una composizione musicale che si chiama Echoes of Beirut. La mia voce è finita dentro, ne sono abbastanza sicuro. Si tratta di un brano composto dal gruppo palestinese Checkpoint 303. Nella canzone (nella composizione, meglio) c'è un brevissimo passaggio nel quale si sente la mia voce dire: "Qui a Beirut, oggi...". Sei anni fa. Sembra oggi. Sembra ora. "Qui a Beirut oggi..." lascia aperti tutti gli scenari di quella estate devastante. Il brano è un pugno allo stomaco. Potentissimo. E' una collezione di voci di giornalisti sul terreno, soprattutto inglesi, in italiano ci sono i titoli del TG 1 (li ho ritrovati) e le mie tre parole. Il resto è in inglese. E' un pugno allo stomaco e basta. Il brano in questione lo trovate navigando un po' oltre la pagina di accoglienza e seguendo il menu. Clikate QUI. Incl. date e tappe del tour di Checkpoint 303. Un gruppo da ascoltare e da conoscere.
Caro Ginaluca,
RispondiEliminaLe sto scrivendo questo commento mentre ascolto il audio track del brano di Checkpoint 303. Un pugno nello stomaco, sì, veramente sì. Che mi riporta alla memoria con violenza immagini di Lei che non ho mai dimenticato. Era a Beiruth o Sidone o Tiro, non ricordo, ma vedo ancora le strade che sembravano terremotate, case e palazzi ridotti allo stato di una torta millefoglie, e Lei in mezzo a quelle macerie, il microfono in mano, in collegamento con il TG della TSI, rendendo conto di quello che stava succedendo... Era sei anni fa, è oggi...
Donatella