Reto Ceschi
Domani sera non prendete impegni. Su RSI 2 alle 21 precise
Reto Ceschi conduce 60 minuti. Questa volta il suo magazine è dedicato all'Egitto. Per imparare la disobbedienza dalla rivoluzione araba. Ci saranno ospiti interessanti. E ci sarò anch'io, dal terreno. Passaparola. Passaparola ogni lunedì! Ve lo ricordero' su Twitter.
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Domani giornata lunga, domani giornata intensa. Domani giornata importante: di svolte, di cambiamenti. Assetti che mutano, equilibri che cambiano. Speriamo! Saremo lì a farci condurre dalla sua esperienza e prima saremo qui a far circolare la voce. Buon lavoro è un ossimoro ... ma lei lo farà! Mariella
RispondiEliminaCara Mariella, grazie. Nessun ossimoro, davvero.
RispondiEliminaCaro Gianluca,
RispondiEliminaLe invio rapidamente una reazione à chaud della trasmissione. Prima di tutto complimenti al magazine di Reto Ceschi: sono stati 60 minuti molto interessanti.
Anche se si finiscono con in mente una giostra di parole come: interrogativi, incognite, incertezze, sfide, fiducia, speranza, entusiasmo, momenti storici, forza, avvenire da costruire, ecc.
Ne riterrei i punti seguenti: l’inescamento di un processo che non potrà più conoscere una marcia indietro, malgrado il tempo che sarà necessario per il suo compimento; la sagezza dimostrata di passare dalla Piazza Tahrir alle urne, anche se Piazza Tahrir rimane il simbolo della vigilanza che si dovrà manifestare diversamente che nel confronto; l’idea interessante di lasciare l’Egitto realizare un modello politico proprio originale come sottolineato dal Professor Campanini; il compito colossale per chiunque prenderà le redini del potere di portare avanti il paese verso una situazione economica e sociale più giusta; una solidarietà senza interferenza da parte del’Occidente (interpellante la “lettera” di Marco Alloni).
Ecco in breve e in disordine le mie impressioni.
Se ne ha voglia, un Suo feedback sarebbe interessante per completare il cuadro.
Buon proseguimento, augurandoLe di potere presto respirare un pò.
Donatella
Mi perdoni la totale digressione, Gianluca. La mia domanda va al fotografo. Durante la bataglia di Tripoli, la stragrande maggioranza dei Suoi scatti erano in bianco e nero. Quelli della Sua “campagna d’Egitto” a colori. Che cosa Lo induce a fare queste scelte ?
RispondiEliminaDonatella
Ho seguito la trasmissione, non dall'inizio però. L'ho trovata molto interessante e densa di contenuto, soprattutto per chi, come me, non ha avuto modo di seguire tutti gli sviluppi. Resto dell'idea che parlare e mostrare aiuta anche i pigri (volontà o tempo a disposizione... poco importa) ad aprire gli occhi sul mondo intero.
RispondiEliminaSono cusiora anche io di leggere la risposta alla domanda posta da Donatella... :)
Buona notte,
Carol