Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

venerdì 12 settembre 2014

Il senso del taccuino.

Ritorna domani, dopo l'estate, Il senso del taccuino sulla Regione: "Personaggi senza autore". Qui di seguito il consueto estratto:


Non chiederle com’è andata l’estate. Vorrebbe scordarla. È viva, ma è come se ciò la mettesse al centro di un ring. Dice: “Mi faccio coraggio da sola, cosa vuoi che sia alzare e abbassare un bicchiere... Riempito di acqua tonica e gin”. Gin lo pronuncia con tante “i”. Giiin. Il ventilatore, appeso a due metri da noi, sta compiendo strani giri, le ventole tossiscono mandando un rumore da malate. Il meccanismo, per ora, regge. Se suo figlio è partito, non è certo perché c'entra dio, o Dio, “vedi tu come scriverlo”, dice. Sul prospekt di Kiev sfrecciano due gipponi, incollati uno all'altro. Arriva con ritardo e soffocato “iverlo”, ma si capisce comunque ciò che vuole dire. È una bella donna di cinquant'anni. Racconta che ha letto e riletto, fino a rendere le parole lucide e trasparenti, i libri di Michail Bulgakov. La casa del maestro è a pochi metri da qui. Vieni al dunque. Se puoi. Il bicchiere si alza. Il bicchiere si abbassa. Vista da vicino, è ancora più bella. Dentro è a pezzi. Una città bombardata. Vai avanti. Lei va a Donetks, nell’est del Paese.  

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