Ritorna domani, dopo l'estate, Il senso del taccuino sulla Regione: "Personaggi senza autore". Qui di seguito il consueto estratto:
Non chiederle com’è andata l’estate.
Vorrebbe scordarla. È viva, ma è come se ciò la mettesse al centro
di un ring. Dice: “Mi faccio coraggio da sola, cosa vuoi che sia
alzare e abbassare un bicchiere... Riempito di acqua tonica e gin”.
Gin lo pronuncia con tante “i”. Giiin. Il ventilatore,
appeso a due metri da noi, sta compiendo strani giri, le ventole
tossiscono mandando un rumore da malate. Il meccanismo, per ora,
regge. Se suo figlio è partito, non è certo perché c'entra dio, o
Dio, “vedi tu come scriverlo”, dice. Sul prospekt di Kiev
sfrecciano due gipponi, incollati uno all'altro. Arriva con ritardo e
soffocato “iverlo”, ma si capisce comunque ciò che vuole dire. È
una bella donna di cinquant'anni. Racconta che ha letto e riletto,
fino a rendere le parole lucide e trasparenti, i libri di Michail
Bulgakov. La casa del maestro è a pochi metri da qui. Vieni al
dunque. Se puoi. Il bicchiere si alza. Il bicchiere si abbassa. Vista
da vicino, è ancora più bella. Dentro è a pezzi. Una città
bombardata. Vai avanti. Lei va a Donetks, nell’est del Paese.
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