Capita. E quando capita, ti fa pensare.
In ascensore, se non sei dentro solo, c'è sempre il problema di:
dove mettere gli occhi, dire qualcosa, trovare un argomento. Se stai
zitto, è come trattenere il respiro sott'acqua: devi riuscirci
dall'inizio alla fine. Se dici qualcosa, il cinema ci ha abituati a
pensare che l'argomento sia sempre il tempo che fa. È cinema, that's
the way it is. Oggi, mi sono fatto 15 secondi di cinema. Senza il meteo. La
persona che ha preso l'ascensore insieme a me mi ha detto che
Faccia da reporter è la sua ultima lettura prima di andare a
dormire. Altro che il tempo. Mi è tuttavia sembrato di essere in un
film, per un istante. Quei film che guardi e ti dici che è vero, che
la vita va così. È la forza della finzione: ci apre gli occhi su
una realtà che altrimenti non vedremmo mai. Soprattutto, ci spiega
che la vita è un racconto. Siamo tutti in fila dietro un racconto,
qualche lettore si ricorderà questa frase del Blog. Vorrei
ringraziare la persona che mi legge prima di dormire. Lei che mi legge di sera tardi, è diventata il mio racconto di oggi. Per una volta
che non scrivo di cose brutte, lasciatemelo fare.
Io ti leggo di mattina.
RispondiEliminaQuando trovo un tuo post so che, per quante cose brutte leggerò e accadranno, un parte della giornata sarà salvata. Saluti.
Io ti direi "ciao", perché "non morire che di te c'è bisogno" mi sembrerebbe poco elegante (come il gesto scaramantico che probabilmente ne conseguirebbe)...
RispondiEliminaCiao (appunto)
Giada