Raccontare
mercoledì 4 maggio 2011
Osama e gli interrogativi (i miei)
Due spunti di riflessione ancora sulla questione Bin Laden. Primo: e se fosse stato catturato vivo? L'annuncio del funerale in mare, il tira e molla sulla pubblicazione delle fotografie, i leaks sul volto sfigurato da un proiettile, la decisione (finale?) del presidente Obama di non pubblicare le fotografie potrebbero essere una cortina fumogena per farci credere che Obama è davvero morto. Secondo: lo hanno ucciso perché agli Stati Uniti non serviva piu' come figura del cattivo planetario. La "primavera araba" ha spazzato via finora due dittatori (Egitto e Tunisia, Siria e Libia potrebbero presto seguire) che della lotta contro il terrorismo avevano fatto la giustificazione del loro potere assoluto che calpestava i diritti umani. Agli USA (e a tutto l'Occidente) andava bene cosi'. Adesso la musica sta cambiando, improvvisamente Stati Uniti e Occidente si dicono convinti che la democrazia è praticabile anche dai popoli arabi. Se lo avessero detto con Osama Bin Laden in vita (o perlomeno in circolazione) avrebbero dovuto rispondere alla domanda "perché non ve ne siete accorti prima?". Possibile che lo abbiano sorvegliato per 5, 6 anni e abbiano deciso di intervenire soltanto ora? Nel Nord-Ovest del Pakistan gli USA non esitano a lanciare missili contro chiunque sia lontanamente sospettato di essere un Talebano o un membro di Al Qaida. Sparano anche sui matrimoni. Perché non intervenire prima, se sbagliavano avrebbero potuto dirsi che non era la prima volta. Stiamo tutti scrivendo la cronaca di un fatto di cui ignoriamo ancora troppe cose, esposti a una infinità di manipolazioni. La storia vera, che verrà alla luce chissà quando, credo sarà diversa. Un bel po' diversa. Restare vigili e fare domande. Molte domande.
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