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Care lettrici e cari lettori: Faccia da Reporter vi fa i migliori auguri per l'anno che sta per iniziare. Ieri è giunta una nuova poesia da Gaza, scritta dalla giovane autrice che ormai conoscete, anche se soltanto attraverso i suoi testi. Ho impiegato parte della notte trascorsa per tradurla, ammetto con poca sapienza. Intanto, però, è in italiano. Sia lei a portarvi gli auspici per il 2018.
Ho la bocca che sa di sa-
le.
La lingua di erbe aromatiche.
Un po': pizzica.
Ho il corpo
che non sta
più
fermo.
Sono entrata,
celandomi,
nel mare.
Alle 11 e qualcosa
di oggi.
Non ne sono ancora uscita.
Mi piace.
Sto bene.
E tu?
Non chiedo nulla
al nuovo anno
(facciamo che sia
anche il mio,
anche il nostro).
No: qualcosa chiedo.
Voglio che tu
mi metta addosso
le tue mani.
Che mi lasci
sulla pelle
un po' di terra
e di grasso,
di sabbia,
di sporco,
l'odore dei
tuoi nascondigli,
la paura che hai,
sempre,
di morire.
L'odore della polvere
da sparo.
Il sapore, che
leccherò via,
di quello che fai
e che io ignoro.
Il peso del tuo
sudore, voglio.
Voglio provare:
che cosa significa
finire a pezzi.
Davanti a te.
Ti chiederò di
rimetterli insieme.
Come ti va.
Andrà bene
anche a me.
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