Quando tutto il mondo parla di elezioni, quante altre cose succedono nello stesso preciso istante? Vale per l'Egitto, per la Grecia, per la Svizzera, per la Francia. Tutti al voto, oggi. Quante cose taciute? Ma soprattutto quante parole e quante facce e facce e basta in TV. Cancellini imposti alla forza dirompente della realtà. E della vita. Facce al posto di immagini. Qui propongo una casuale alternativa: l'amore vissuto a settant'anni, l'attesa a vent'anni di una storia, d'amore, anche questa, immaginata nelle confessioni interminabili di due ragazze al caffè Groppis, nel centro del Cairo, la donna che fuma e l'uomo che legge, dandosi le spalle, l'attesa anche dei risultati, l'attesa di tornarsene a casa per gli ufficiali di seggio ormai annoiati e sciolti dal caldo, l'attesa di un futuro migliore per l'egiziano che ha perso un occhio durante la rivoluzione (pallettoni della polizia), l'avanzare furtivo di una donna nascosta, l'auspicio di un futuro migliore per chi, infine, ha votato e basta. Una ragazza sola. Buon viaggio fra le immagini passate (alcune almeno) inosservate. Che andrebbero raccontate. Soprattutto queste.
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(c) 2012 weast |
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Caro Gianluca, davvero bello tornare ad osservare la normalità, peccato passi troppo spesso per scontata, troppo normale per darle l'importanza dovuta...
RispondiEliminaTi leggo sempre molto volentieri, in modo molto attento osservo e cerco di trovare un mio pensiero su ciò che succede in questo straordinario mondo...purtroppo spesso, non c'è il tempo necessario per rispondere...ma dopo queste immagini di normalità, non potevo non fermarmi un attimo e prendermelo questo tempo che troppo sfugge...o che lasciamo fuggire.
A presto
Xenia