© 2015 Weast Productions Adnan Alahmad con le sue tele. |
Il venditore di giornali
che non si è mai scollato dal suo mondo: Baghdad Station, ad Aleppo.
Urlava quello che urla uno che vende giornali: «Giornaaaali». Se lo
sono portato via gli anni: fortunato lui. In Siria sono rimasti in
pochi a morire per cause naturali. Lo conoscevano tutti: stringeva i
quotidiani con entrambe le braccia, dava l'idea di uno che suona la
fisarmonica o, forse anche, di uno che tiene una donna invisibile
dentro un abbraccio interminabile. Osservi il ritratto che il grande
pittore siriano Saad Yagan ha fatto del venditore di giornali, e hai
la stessa impressione. La fisarmonica, la donna amata e desiderata.
Il quadro ha resistito a lungo dentro la Kaleemat Sanat Galeri di
Aleppo, situata anch'essa a Baghdad Station, la stazione ferroviaria
della città. Sette mesi fa il suo proprietario, il collezionista
d'arte Adnan Alahmad, ha deciso che era venuto il momento di mettere
in salvo le tele che custodiva, sottrarle ai mortai, alle bombe, alla
minaccia e alla furia degli estremisti. Per salvare una collezione
straordinaria, Adnan ha caricato le tele in macchina e si è diretto
a Beirut, in Libano. Un viaggio, poi un altro, e un altro ancora. E
un viaggio ancora. Un uomo solo in macchina, con i suoi quadri.
Attraverso i posti di blocco, e una frontiera. E sotto lo sguardo di
uomini armati, sospettosi, impauriti e colmi di rancore. La guerra
che mangia da dentro. Quando, contandole una ad una, Adnan Alahmad
aveva capito di avere portato via da Aleppo un numero sufficiente di
tele, le aveva caricate su una nave e lasciato che salpassero.
Destinazione: Turchia, Istanbul.
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