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A, come si dice in questi casi?, grande
richiesta, un nuovo episodio dal supermercato dietro l'angolo. Un
pezzo di vita raccolto (con i guanti, la vita taglia...) al mio
rientro. Rientro? Rientro, sì. Okay, ma da dove? Vallo a sapere. Da
lontano, dai margini, andrebbe, come risposta? Va okay, capo. Tranquillo.
Il resoconto, ora.
Cosaaaa? Nel computer? Nel cosa cazzo
dici? Nel miiiio computer? A parte che la password chi te l'ha data,
cosa ci fai te dentro il mio laptop? Chi è Marco nei contatti di
Skype? Aspetta che respiro.
Respira. Uno, due, tre. È
bellissima. Uno e settanta, capelli scuuuri, pelle pallida, aria
sana, beata lei sana, strasana si direbbe, che cosa hai fatto per
meritartela, quest'aria?, e ancora: l'aria di una pronta a tutto. In
primis, pronta a ricominciare. Prova a chiederle – se hai il coraggio di farlo – il senso di due tacchi così alla Cooooooop.
Due punti esclamativi sbattuti in faccia alla vita. Ora cammina,
accelerando senza neppure gettare un'occhiata alla pasta, al sugo, alle
acciughe, al sushi scontato, cristo santo, al sushi scontato,
quello, almeno... Niente.
Prontooo?
Ci sei ancora, vigliacco che non
sei altro, ignorante, parla se hai il coraggio, il mio laptop per te
è la Casa Bianca, hai capito, se entri muori, arriva il messaggio?
Diiio se arriva; è una vibrazione,
un pugno in faccia, un ginocchio sulla schiena che spinge a fondo e
due mani che ti mettono le manette, di un devastante cattivo che
lascia il segno, una testata dura e cruda in mezzo alle scapole e un
colpo di tacchi proprio sulla nuca, aaaaahhhh, che male che fa e
cooome ci fai sognare a noi che ti stiamo guardando (immaginando), ooooo, con
riservata, aaaaaa, discrezione, eeeeee, che risuona uguale a una
promessa (dimentica l'eco, questa volta non c'è), mentre la tua –
la tua! - mano apre il frigo dei surgelati, i quali fanno iiii (questa
volta l'eco c'è), e purtroppo è già (quasi) finito tutto. Punto.
O. O. O. O. Diiio, se esisti, fai che esista anche lei, per
davvero. Questa sterminatrice. Vendicatrice.
Accarezzatrice. Che ora, con una mano divinamente leggera
(eeeraaa), afferra dallo scaffale un pacchetto di Marlboro,
oooddddiiiio Marlboro, proprio Loro, e lo getta distratta (sai quanto
vale un pacchetto di Marlboro, Miiiss, lo saai?) nel cestello
maledettamente felice di accogliere qualsiasi cosa giunga da lei, e se sono Marlboro ê festa....
Senti,
ragazzo, ascoltami bene: fai le valige e sgomma, vattene da casa
mia. Criceto. Marmotta. Coniglio, ecco: coniglio. Cosa cercavi? Il
video? Il video quale? Aahahahaha.... Quello? Ma quello era il
trailer, sfigatus. Cinquanta sfumature di fregnacce, le tue, tutte
tue. Marco? Chi è, chi sarebbe? Vuoi saperlo? Sei te, bestia. Te
come mi piacerebbe che tu fossi. Punto esclamativo. Dai che sono alla
cassa. Salgo in macchina e rientro. Aspettami. Che nero ti faccio.
N-e-r-o.
A dire poco mervaigliosa: anche quando infila il cellulare
nella borsa. Un corpo ormai senza vita. Troppo lenta la cassiera (o la cassa
medesima) per dare un seguito narrativo a tale strepitosa furia.
Mi ricorda un po' Kerouac. Complimenti. Che ritmo!
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