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hai presente quando pensi alla tua vita
e ti prende la paura? ad esempio la paura di guardarla negli occhi,
che poi sono i tuoi, di fare due calcoli e di dire che poteva andare
meglio? “diversamente” sarebbe il termine alternativo, se non hai
proprio tutto il coraggio che serve. è un po' come osservare qualcuno che sta
guardando la sua vita. così come sta guardando questa donna non
guardi un amico, un parente, un perfetto estraneo. così guardi la
tua vita, quando è andata in un certo modo. in un modo che non ha
mai raccontato a nessuno, perché chi vuoi che si interessi, chi vuoi
che gli prenda la curiosità di guardarne una con addosso una maglia
larga, con le spalle a un muro (e fosse solo quello) scrostato...
osservare questa donna fa partire un racconto immenso che ha l'inizio
dove credevi di averci messo la parola fine e ha il suo epilogo
chissà dove, probabilmente dove non sospetti possa celarsi (per te,
almeno) un inizio.
come conciliare l'attenzione estrema a
una realtà nella piena consapevolezza (va bene anche: nella piena
ignoranza) che tanto sforzo coincide con la cancellazione di altre
vite dentro altre realtà? non le cancella, parola sbagliata: le
trascura. capitasse a noi, lascia perdere. casino totale ne faremmo.
Aggiungo un'altra “c”: che cosa sta passando negli occhi di
questa donna? ha inchiodato lì anche faccia da reporter, con le
spalle al muro. fa così male che uno finisce col pensare che se lo
merita.
passa qualche minuto e uno di male non
ne sente più. sente soltanto lo scorrere delle parole e il graffio delle pagine che girano. dentro agli occhi. è come leggere, vedi?
guardare questa donna è come leggere con la congiuntivite. leggere la tua vita. non la
tua, non fraintendere, lettore/lettrice: stavo parlando della mia. che è lì, a
due passi da questo donnone, detto senza che se la prenda. che non se
la prende garantito. a due passi dalla sua vita, raccontata con imperdonabile fretta altrettanto colpevole imprecisione. raccontata, però. o: suggerita. come spingere un motorino. che è, lettore/lettrice, la tua fantasia.
Ci sono vite che a guardarle negli occhi ti sembra di non scorgervi dentro nulla, ma poi (invecchiando?) capisci che è perché le stai osservando troppo da vicino. Sono vite talmente immense che nessuno vede; per scorgerle devi allontanarti un bel po’ (da te), e questo è vero, fa dannatamente paura.
RispondiEliminaGrazie.
Giada
Guardando questa donna mi fa pensare ad una vita rubata senza possibilità di scelta, che lascia solo amarezza. Ciao. isa
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