Raccontare


SPAZIO ALLE STORIE CHE NON SONO STATE RACCONTATE ALTROVE. ALLE PERSONE INCONTRATE E RIMASTE SUL TACCUINO. OPPURE A QUEI PENSIERI CHE MI PASSANO PER LA TESTA VELOCI COME UNA PALLOTTOLA: SE NON LI FERMASSI, LI PERDEREI.

domenica 30 ottobre 2011

Cosa farsene della libertà

(c) 2001 weast productions
La storia di un ex prigioniero palestinese liberato da Israele in cambio del ritorno a casa del sergente Gilad Shalit al Telegiornale della Televisione Svizzera RSI, credo domani sera (domenica 30 ottobre). Il TG aveva raccontato la liberazione di Gilad Shalit nell'edizione del 18 ottobre. Alcune fotografie di Chris QUI. Chris è un cristiano di Betlemme, uno dei pochi che, durante la seconda Intifada, avevano deciso di imbracciare la lotta armata. Dopo la sua liberazione è stato deportato a Gaza. Israele lo aveva condannato a 400 anni di carcere (4 ergastoli) per avere sparato a coloni e soldati. Chris non lo dice apertamente, ma sicuramente ha ucciso. Tornare alla vita normale non è facile: non dopo il carcere, non a Gaza. Chris mi ha dato l'impressione, oltre che di essere spezzato dentro, di essere completamente disorientato.

5 commenti:

  1. Ciao! forse qualcosa mi sfugge, e qualcosa sfugge sempre nella realtà del Medio Oriente, visto da qui... Che liberazione è se poi si viene deportati a Gaza, lontano da un passato a cui si è anelato negli anni di prigionia? Pensare di poterci ritornare per poi risvergliarsi in un'altra "prigione"?
    E' un ennesimo soppruso, nascosto sotto finte parole di distensione?
    a sentirti presto,
    Sabrina

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  2. Caro Gianluca,

    ho appena finito di seguire il Suo reportage al Telegionarle della TSI sulla storia di Chris, completato dal Suo commento, in particolare l’ultima frase: “Chris mi ha dato l'impressione, oltre che di essere spezzato dentro, di essere completamente disorientato”. Disorientamento è mi sembra la parola chiave: al di là dei singoli destini, a cosa porteranno le liberazioni dei prigionieri palestinesi e di Galid Shalit?
    Chi governa oggi la Striscia di Gaza potrà o vorrà realizare le aspirazioni di Chris : finire i suoi studi, trovare un lavoro, farsi un futuro quando le prospettive sono poche ? Quanti dei prigionieri scarcerati non saranno utilizati per riprendere delle azioni radicali, al contrario di ciò che è auspicato dal fratello di Chris ?
    Ricordo ugualmente il viso segnato e l’espressione di smarimento di Galid Shalit al momento della sua liberazione. Se all’opposto di Chris a la fortuna di ritrovare i suoi genitori e la sua terra, rimarrà indubiamente marcato anche lui per sempre dal periodo di prigionia a Gaza.
    Allora mi è venuto questo pensiero senza dubbio folle, ma forse non troppo: e se queste due vite s’incontrassero per cercare insieme di ricomporre i pezzi rotti, per dare di nuovo un “orientamento”, un senso a tutto questo ?

    Donatella

    P.S. Ho trovato molto bello che Lei si sia incaricato di fare la stafetta tra Chris e la sua famiglia a Betlemme.

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  3. Chris ha ottenuto simbolicamente uno sconto di pena di 391 anni. Non dovrebbe che esserne felice. Si avverte in lui comunque una sorta di disagio. Riconosce la sua fortuna rispetto ad altri prigioniere palestinesi da e per più tempo obbligati al carcere rispetto a lui ma ... Il suo futuro è tutto da riscrivere. Ha legittimamente delle aspettative rispetto alla sua vita a venire. Sento peró nelle sue parole la "rabbia" di sempre - non ce l'ho con gli ebrei ma con gli israeliani che occupano la nostra terra - Quindi al di là della prigionia è vivo in lui il senso di ingiustizia ... Poca redenzione. Il fratello Khaleb lo invita alla prudenza, forse ad una sorta di rassegnazione. Sembra tutto così irreale. Lo è stato lo scambio stesso, quantomeno numericamente impari, fra i prigionieri. Lo sembra la destinazione di Chris, si libero ma seggregato a Gaza, lontano dalla famiglia che sta a Betlemme. Torno quindi al titolo modificandolo con un punto di domanda "Cosa farsene della liberta?" Forse, per ora, è solo una libertà fittizia quasi grottesca ... Speriamo in bene.

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  4. In realtà ci sfugge sempre tutto. Sempre.

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