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Domani nel Senso del taccuino sulla Regione: "Dentro una scatola storta". Qui di seguito il (solito, maledette parentesi) estratto:
Non è necessario andare chissà dove.
L'idea che l'esistenza, chiamiamola vita di tutti i giorni, sia
tenuta insieme da una fragile cucitura, diciamo da un rammendo
nascosto, ma che a volte ci troviamo di fronte, rivelatore dello
spaesamento, del disorientamento che regge – per quanto sembri una
contraddizione – ciascuna nostra decisione, ciascuna nostra azione,
vale ovunque. Questa idea è venuta fuori così, a bordo di una jeep
lanciata a cento allora lungo una strada deserta dentro un paese in
cui si combatte una guerra. Non è importante quale: una delle tante.
È un'idea venuta a uno che sa di sigarette e caffè bevuto senza
zucchero, e che si è improvvisato mia guardia del corpo. Forse
perché non ha di meglio da fare. O forse perché vuole metterla alla
prova proprio utilizzando me. Funziona, infatti, sempre sugli altri,
questa idea. È lo sguardo sugli altri che fa comparire il rammendo,
la cucitura che espone l'istante preciso nel quale il
disorientamento, impossessandosi della nostra vita, ci mette di
fronte al vuoto. Succede che sia proprio questo “sguardo sul vuoto”
colto negli altri a lasciare il segno nella nostra vita. Tack.
Questa volta è il fucile dell'uomo più anziano a sbattere contro la
portiera, nonostante lo tenga stretto come una bandiera.
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